Pazzia, disordini, anomalie: “Storie di ordinaria follia rock” raccoglie le improbabili vicende di ventisette leggende del mondo della musica. Ognuno di loro ne rappresenta una, la incarna, la fugge e la esorcizza. Ognuno di loro diventa “modello” di follia e in qualche modo un (quasi) caso clinico. Massimo Padalino ci racconta l’anima creativa della sua opera, i retroscena e alcuni dei passaggi più bizzarri.

“Cerco di scrivere di argomenti che sorprendano anche me in modo che alla fine del libro possa imparare anche io qualcosa. Mi divertirei molto meno se sapessi già fin dall’inizio perfettamente cosa scrivere”.

Storie di ordinaria follia rock – L’intervista a Massimo Padalino

Un modo nuovo di leggere l’eccentricità dei protagonisti del rock, quello proposto da Massimo Padalino, seguendo i picchi e le stranezze di tutte quelle patologie senza le quali magia e genialità andrebbero perdute: “Cerco di sviluppare un percorso – racconta – provo a trovare i nessi logici del modo degli artisti di affrontare la propria pazzia sociale. Cerco di capire come si pone l’artista rispetto a quella specie di terra di mezzo tra la semplice stravaganza e il manicomio”.

Noi in quella terra di mezzo vi ci vogliamo portare: siete pronti? Ecco un assaggio…

Giovanni Lindo Ferretti, unico italiano all’interno del libro: la sua sfumatura? La follia ordinaria subita dalla società. Lui si trova a lavorare con i matti e dai matti trae ispirazione per scrivere alcune delle sue composizioni più belle.

Captain Beefheart: capacità manipolatoria. Magic Band a Los Angeles, rinchiusa in un posto chiamato Trout House. Il capitano costringe a prove massacranti tutti i membri della band, sottoponendoli a rituali collettivi dove il più debole viene messo al centro di attenzioni poco benigne e di insulti da parte di tutti gli altri.

Kraftwerk: sfumatura futuristica della follia. Si immaginano come dei manichini, agiscono come manichini e a un certo punto questi manichini se li fanno costruire davvero. Vorrebbero quasi che li sostituissero nella vita reale e a un certo punto finiscono per pensarlo davvero: credono che il pubblico li apprezzi più di loro, ma nella realtà è esattamente il contrario.

Syd Barrett: follia poetica. Eccesso di sensibilità che porta a coliche immaginative mai viste. Viaggia nello spazio, sogna mondi fatti di matrigne e gatti malefici…

Il miglior dominatore della sua follia? Freddie Mercury. “E’ un personaggio collerico – spiega l’autore – che pretende molto e dà molto, che si butta a capofitto nelle esperienze e che lo fa anche in maniera sanguinosa. E’ anche l’unico però che sa abbandonarsi alla stravaganza pura e che forse proprio lì impara a scaricare quell’adrenalina che è un po’ il principio di tutte le bizzarrie”.

Si parla sempre del lato oscuro della luna, nel libro di Padalino ce n’è uno obliquo. Lato affascinante, pazzo e direttamente collegato con l’anima maledetta di questi ventisette grandi artisti.

La lista completa: Elvis Presley, Daniel Johnston,, Giovanni Lindo Ferretti, Kraftwerk, Nico, James Brown, Frank Zappa, Sun Ra, Jerry Lee Lewis, Moondog, Syd Barrett, Led Zeppelin, Sid & Nancy, Rolling Stones, Queen, Nick Drake, David Bowie, Madonna, Phil Spector, Captain Beefheart, Daevid Allen, John Lennon, Wendy Carlos, Thelonious Monk, Devo, Kurt Cobain e Nina Simone.