Il deputato è intervenuto a Lavori in corso, soffermandosi maggiormente sul reddito di cittadinanza e sulla propria visione con l’associazione politica da lui fondata, Patria e Costituzione.

Presente all’interno dei nostri studi, durante la puntata di oggi di “Lavori in corso” con Stefano Molinari e Luigia Luciani, Stefano Fassina, consigliere comunale di Roma Capitale. Alla prima domanda sul “Manifesto per la sovranità costituzionale“, lanciato dal politico di LeU ieri, il diretto interessato ha risposto che “Noi vogliamo partire dalla sovranità che sta nella nostra costituzione, che fa riferimento a una patria che è inclusiva“.

E, proprio in merito al discorso sull’accoglienza che, come ha ribadito lo stesso Fassina, è “sacrosanta, ma per accogliere bisogna integrare. Noi diciamo che dobbiamo arrivare a un’integrazione piena, fino allo ius soli, ma, per poterla fare bene, bisogna averne la possibilità. La Sinistra non deve rassegnarsi al fatto che una persona, per poter sopravvivere, deve lasciare il proprio paese. Noi vorremmo aggredire le cause che portano ad emigrare: tra le cose c’è anche il neo colonialismo, anche se qualcuno si scandalizza, che è un’interpretazione da sinistra di quello che succede in altre parti del mondo. La risposta non può essere quella di un’apertura indiscriminata, perché è impraticabile.”

In merito alle Elezioni Europee invece, Stefano Fassina ha ribadito che, con la propria associazione, “Non faremo una lista che punta a qualche punto in percentuale. Noi vorremmo provare a condizionare le discussioni: l’Unione Europea non funziona, l’Euro zona non funziona, genera sofferenza sociale che, poi, viene intercettata dai nazionalisti. Continuare a raccontare che facciamo gli Stati Uniti d’Europa è una favola, che fa rimanere le cose come stanno e condanna allo sfruttamento la maggioranza dei lavoratori che, ovviamente, cercano altri interlocutori se la Sinistra non lavora.”

Il reddito di cittadinanza, invece, per Stefano Fassina è una risposta parziale e temporanea. Discuto con i miei colleghi del Movimento 5 Stelle, perché il problema non è il reddito, ma è che il lavoro non c’è, anche se questa non può essere una scusante. Noi abbiamo fatto una serie di emendamenti che legano questi soldi a dei progetti comuni, delle piccole opere del comune.

Sulla possibilità di votare per l’incriminazione di Matteo Salvini sul caso Diciotti, il politico ha risposto che si troverebbe “in grande difficoltà e dovrei pensarci davvero bene, perché non è scontato il mio voto. La legge vale per tutti, ci sono dei principi da far prevalere, tuttavia voglio combattere, sconfiggere Salvini sul terreno della politica.”