S’intitola “A proposito del Tevere: storia, bellezza e futuro del fiume che ha fatto grande Roma” il libro di Stefano Caviglia, giornalista di “Panorama” e autore di diversi saggi storici, ospite in diretta a “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich.

Facendo riferimento alla costruzione degli argini per i fiumi, a tutela delle città dalle inondazioni, e parlandone insieme al Dott. Mario Tozzi, l’autore del libro ha spiegato che nel caso di Roma “Dal punto di vista culturale, è chiaro che la costruzione degli argini ha comportato dei problemi e ha un saldo negativo, ma è anche vero che le alluvioni non erano una passeggiata. La più grande fu quella del 1598, che si portò via metà del ponte rotto: la piena si portò via due arcate e inondò la città, facendo anche vittime e devastazioni. Non c’è dubbio, quindi, dal punto di vista idraulico, che qualcosa bisognasse fare per mettere la città al riparo della violenza del fiume, però è vero che questo è stato fatto con scarsissima sensibilità culturale.”

Un’altra cosa che ho scoperto, facendo il lavoro per questo libro, è che era stato ipotizzato l’internamento dell’isola Tiberina e si è stati a un passo dal realizzarlo. Sostenevano gli ingegneri che la biforcazione vicino all’isola Tiberina rendeva, di fatto, il fiume più impetuoso ed era difficile controllarlo con il rischio di alluvioni, quindi si era fatto un progetto per interrare verso il quartiere ebraico, allargando verso Trastevere. Stavano per farlo, ma ci fu una sollevazione del mondo della cultura e impedirono questa soluzione” ha detto Stefano Caviglia, ricordando poi che, nonostante gli argini abbiano separato, di fatto, il Tevere, i romani hanno continuato vivere il fiume come “uno spazio proprio“, tanto che, ancora nei primi anni del ‘900 “si faceva, annualmente, una traversata a nuoto l’11 agosto, ed era molto seguita. Gli atleti partivano a monte di Piazza del Popolo e arrivavano al porto di Ripa Grande, un bella nuotata alla quale partecipavano anche i romani, affacciandosi dalle spallette e facendo il tifo. Non è più così per via dell’inquinamento.