Tutto è benino, ciò che finisce benissimo. Non una grande Lazio. Una Lazio al lumicino e che si porta addosso la partita di Milano. Gioca al rallentatore e quasi tutti i calciatori camminano, piuttosto che correre. E falliscono anche palloni che normalmente giocherebbero ad occhi chiusi. L’eccezione è Acerbi, che evidentemente ha poco di normale.
I riflessi fisici e mentali lenti dei romani fanno sì che la partita sia incerta sino alla fine, quando il Frosinone si presenta addirittura con tre attaccanti di peso e sfiora con Pinamonti quel gol che in precedenza non aveva dato l’impressione di poter fare.
Nell’insieme, comunque, più occasioni per la Lazio, capitate quasi tutte a Caicedo che, per fare una rete, deve sbagliarne prima almeno tre.
Inzaghi ha tolto il goleador e chiesto a Luis Alberto di fare la punta d’appoggio. Lo spagnolo si è fermato e abbiamo così visto Lulic e Berisha trequartisti. Una soluzione perlomeno strana. Fosse rimasto Caicedo, che era fresco e aveva buone gambe, ci sarebbero state meno complicazioni.
Ora la Lazio è quinta e ha raggiunto la Roma. Solo pochi giorni fa ha eliminato l’Inter dalla Coppa. Merita solo complimenti. Mentre ci si chiede come starà giovedì contro l’Empoli.
Roberto Renga
Mi chiedo anch’io come faremo con l’empoli, solo 3 giorni di riposo… la Lazio fa spesso giurisprudenza, ricordo nel 95 fu costretta a giocare domenica sera a napoli e martedi sera la uefa a dortmund con relativi supplementari. E poi chissa’ perchè è quasi sempre la Lazio che gioca dopo ( o prima ) il 6 nazioni…… computer di lega romanista ?????