La nota giornalista e conduttrice tv è intervenuta telefonicamente durante la diretta di “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich.

Ha affrontato, ai nostri microfoni, la tematica dell’immigrazione anche Milena Gabanelli, intervenuta oggi telefonicamente durante la diretta di “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich.

Ricordando inizialmente la figura di Marco Pantani e il suo “epilogo di grande tristezza“, Milena Gabanelli ha poi parlato di una tematica, affrontata nel corso di una sua inchiesta, andata in onda in tv: i migranti minorenni non accompagnati.

E’ una tematica complessa, perché buona parte dei minori che sbarcano sono dei minori che non hanno, come buona parte di loro, come destinazione finale l’Italia, ma cercano di andare da un’altra parte. Questo ha retto negli anni e ci ha consentito di raggirare un po’ il problema, con una gestione dell’accoglienza molto approssimativa, come abbiamo visto gestita soprattutto da cooperative, anche farabutte, perché non venivano identificati e li lasciavamo andare” ha detto Gabanelli, aggiungendo che il problema “si è posto quando, violando l’accordo di Dublino, questo problema è diventato dirimente e, da allora, siamo costretti a identificarli e non se ne possono più andare. In questo contesto, s’infilano anche i minori non accompagnati dove, fino a tre anni fa, risultavano 45mila ma, all’atto pratico, 8mila non erano minori.

Dopodiché” ha proseguito la grande giornalista “noi abbiamo fatto una legge, una delle più civili del mondo, che equipara il minore non accompagnato straniero al minore italiano che non ha i genitori, il che vuol dire che deve essere dato a un tutore, o alla casa famiglia, o a strutture dedicate. Il problema è che, poi, la copertura non c’è mai stata, una bellissima legge sulla carta, ed è lasciato tutto al buon cuore, o al non buon cuore, dei sindaci, perché sono stati messi in strutture dedicate e si è potuto tenerli separati dagli adulti.

A partire dalla fine di marzo” ha sottolineato Milena Gabanelli “saranno tagliati i finanziamenti ai centri di prima accoglienza. Ci sono 2500 ragazzi che non si sa dove metterli.

In merito alla problematica dei minori scomparsi, la giornalista ha rivelato che ne risultano “circa 5000 in questi tre anni, perché presumibilmente sono andati all’estero o sono finiti in altri giri. Non li puoi tenere chiusi a chiave e, pur di raggiungere la loro comunità e i loro parenti, s’ingegnano in questa strada. Sui dati di oggi, ce ne sono 870 che sono scomparsi dai radar, ovvero non si riesce a capire in quali strutture siano, e questo succede perché, ripeto, hai una legge fantastica ma non gli dai la copertura finanziaria. Rimane il fatto che l’organizzazione rimane in mano al terzo settore, che fa cose straordinarie ma darle in mano le chiavi di una gestione così complicata anche no. Questi 870 ragazzi risultano presenti, ma non si sa dove stanno.”

In merito al Decreto Sicurezza e ai risvolti di questa legge sui migranti, la Gabanelli ha ribadito che, se ” fino a ieri era possibile concedere la protezione umanitaria dei minori, in virtù della loro vulnerabilità, ora non lo avranno più e diventeranno, automaticamente, irregolari. Essere irregolari non puoi cercare un lavoro e diventi un potenziale bacino di reclutamento per la criminalità.”

Commentando, in chiusura, la gestione dei centri d’accoglienza come il Cara di Mineo, dove si è scoperto recentemente che aveva base la mafia nigeriana, Milena Gabanelli ha raccontato di aver lavorato per anni con i suoi collaboratori “per provare ad immaginare un sistema d’accoglienza diverso” perché “è impossibile gestire un fenomeno del genere, che non abbia un vero controllo pubblico.