Non poteva che essere la notizia del giorno perché purtroppo stamane è deceduto Daniele Belardinelli, supporter del Varese (gemellato con l’Inter) che era stato investito da un suv durante gli scontri precedenti il match Inter-Napoli, nei quali una sessantina di ultras sono stati coinvolti. Il questore di Milano Marcello Cardona ha fornito delle delucidazioni sulle indagini che coinvolgono al momento nove persone: “Sono in atto attività investigative con visione di filmati e testimonianze. Con certezza probatoria possiamo dire che un assalitore è stato travolto ed è morto per i traumi: non sappiamo ancora chi guidasse il van e non può ancora essere ascrivibile a nessuno, né un milanese né un Napoletano. Inoltre sul Suv che ha investito il ragazzo dobbiamo ancora capire se il conducente lo ha fatto di proposito, se si è accorto o no, se si è fermato o meno. Le attività investigative proseguono per arrivare ad un quadro chiaro da offrire“.

Una certezza però c’è ed è il ruolo della vittima nell’aggressione: “L’investimento“, sostiene Cardona, “non è ascrivibile all’aggressione. Il Belardinelli era sicuramente un aggressore, lui scappa e viene investito nella corsia opposta. A quel punto i napoletani dicono a quelli dell’Inter che uno di loro è stato investito così quattro interisti lo caricano in macchina e lo portano all’ospedale, è un fatto che mi piace sottolineare“.

Subentra a questo punto la questione sulle sanzioni perché ne sono previste di pesanti soprattutto per la tifoseria interista, lo stesso Cardona ha chiesto la chiusura della curva del Meazza per molte partite (si ipotizza fino a marzo) e il divieto delle trasferte per la medesima tifoseria sino a fine campionato: “Servono stadi sicuri e punizioni quadruplicate. Ieri è successo un fatto gravissimo ma non si può attribuire alla cultura di Milano o del sud (sono del sud). In ogni territorio ci sono delinquenti ma è pur vero che il 60% delle persone che vanno allo stadio sono persone per bene. Dobbiamo trovare il modo di isolare gli altri“. Lo incalza dunque Franco Melli su cosa si sia fatto in proposito finora: “Si è fatto molto e gli incidenti sono sempre meno“, spiega, “ce ne sono ancora e bisogna camminare in una direzione ben delineata da provvedimenti tosti“.

Provvedimenti tosti che però colpiscono un gran numero di persone in confronto a pochi teppisti che commettono il fatto, specifica Vocalelli. “Io stamattina“, risponde Cardona, “ho firmato le note di proposte per chiudere curve e vietare trasferte. Esercito la funzione di autorità tecnica di sicurezza e mi sono assunto le responsabilità della richiesta. poi le decisioni le prenderanno il ministro dell’interno e chi è preposto. Ora parlo delle curve. Nelle curve italiane ed europee esiste un mondo proprio. In questo mondo il 95% è tutto bello: c’è solidarietà, cultura, canti e cori. ma è sempre un mondo proprio. Io quindi ritengo che per dare una interpretazione giusta al legislatore, che la chiusura sia un segnale che deve andare a quel mondo. Ieri abbiamo registrato gente arrivata da Nizza per fare casino“. Questione tipicamente italiana razzismo e delinquenza negli stadi, in confronto (per esempio) all’ordine inglese? No, secondo il questore. Alla domanda di Focolari infatti Cardona ribatte: “In Inghilterra ancora qualcosa c’è ma è cambiata la cultura. Non possiamo cambiare una patologia che c’è solo attraverso norme e repressioni. bisogna cambiare tutto a livello sociale“.

C’è spazio anche per un commento sulla partita, perché gli scontri fuori dallo stadio non sono il solo fatto di cronaca della scorsa serata: “Ho approfondito anche la questione Koulibaly. Lui è un Giocatore con la G e un gran signore. Il Napoli ha avuto comportamento esemplare. Il giocatore ha subito verso il 10′ del primo tempo, un gesto vocale corale razzista, io ho chiamato il dirigente del servizio e l’ho intimato di andare dalla procura federale e di fare degli annunci. Mettete tutto però nel contesto di 40′ prima quando c’è stata l’aggressione. I cori sono stati 2, la procura federale lo ha detto al quarto uomo che ne ha preso atto. La partita formalmente andava sospesa ma era il caso di creare casino pubblico a 5′ dalla fine con tutto quello che stava succedendo? No. noi faremo una nota dove spiegheremo cosa è successo“. Commenta quindi con amarezza la questione razzismo negli stadi: “Qui siamo alla demenza: offendere la squadra avversaria nonostante ci siano giocatori di colore anche nella propria“. C’è però un neo nel comportamento del difensore del Napoli: “io la deluderò“, dice il questore a Focolari, “quando un calciatore batte le mani all’arbitro, non va bene. lo avrei espulso anche io“.