Si sono svolti a Rieti nella Cattedrale di Santa Maria i solenni funerali del Vigile del Fuoco, Stefano Colasanti, e di Andrea Maggi, i due uomini che hanno perso la vita lo scorso mercoledì nell’inferno della Salaria. Migliaia le persone che con una compostezza irreale hanno assistito alla toccante cerimonia funebre officiata dal Vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili, il quale durante l’omelia oltre ad esaltare le doti umane delle due vittime, ha di nuovo posto l’accento sulla pericolosità di un’arteria che miete vittime e incidenti in continuazione.

“Si nasce incendiari, si muore pompieri”, ha sottolineato il Vescovo nell’elogiare l’operato di Colasanti che nonostante non fosse in servizio, si è speso per salvare e mettere in sicurezza molta gente nei minuti antecedenti l’esplosione che gli ha spezzato la vita.

Toccanti e commoventi le parole della figlia di Stefano, Benedetta, che ha ricordato il suo papà per il costante sorriso con il quale ha vissuto e con il quale gli ha spesso perdonato qualche marachella. Stesso discorso per il figlio di Andrea Maggi che in una struggente lettera ha promesso al papà che aprirà la finestra per potergli mandare tanti baci.

Diverse le personalità presenti a partire dal sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti che ha proclamato il lutto cittadino, per passare al Questore Antonio Mannoni, ai vari vertici di tutte le forze dell’ordine per finire con il Sottosegretario agli Interni, e l’on. Giorgia Meloni visibilmente scossa da quanto accaduto. Tante invece le divise dei colleghi di Stefano Colasanti, quelle del Corpo dei Vigili del Fuoco, provenienti da diverse parti della Penisola per testimoniare l’affetto e lo spirito di squadra che contraddistingue questo speciale corpo. Molte, inoltre, le lacrime spese dagli amici di Stefano. Tutta quella gente con la quale è cresciuto e che oggi, con lo sgomento ancora vivo, erano li per abbracciarsi e per far si che il suo ricordo non finisca mai. Presente anche una delegazione del Cittaducale Calcio a 5 femminile che, da due anni, Stefano allenava. Eppoi, infine, il fratello Claudio che ha dovuto reggere botta già dal giorno della disgrazia, quando per caso, accompagnando il Questore di Rieti sul luogo del disastro, ha saputo della tragica fine di Stefano. Ed è stato proprio Claudio, che da anni suona la tromba con la Banda Musicale Giuseppe Verdi di Lisciano, a suonare il silenzio al momento dell’uscita dalla chiesa del feretro di Stefano che prima di essere posizionato sull’autoscala dei Vigili, ha ricevuto l’ultimo e toccante bacio di mamma Finalba e della sua dolcissima Benedetta.

Ciao Stefano… anzi Rensenbrink. Sei stato una grande persona, sei stato un uomo coraggioso. Eh, sì…è proprio vero: il Pompiere paura non è ha! E tu non ne hai avuta.

A cura di Paolo Ansovini