Quattro partite Champions e quattro vittorie. Già questo meriterebbe un minuto di silenzio. Juve e Roma hanno approfittato di avversari morbidissimi; Napoli e Inter no. Ma tutto giusto e legittimo.
Il Napoli, per esempio. Ha anestesizzato il temutissimo attacco del Liverpool, mettendo uno stopper in più. Poi, però, bisognava vincere ed ecco Ancelotti inserire Mertens proprio nei minuti finali, quando prevale la stanchezza e si trovano praterie e la velocità diventa fondamentale. Il belga viene fermato dal palo, ma Insigne, l’Insigne goleador di quest’anno, infila la palla della vittoria in prodigiosa spaccata. Il successo di Ancelotti, con Klopp immobile e destinato, come giusto, alla sconfitta. Il Napoli rientra in gioco, nonostante il brutto pari di Belgrado.

L’Inter ha approfittato della debolezza del portiere avversario, ma ci ha messo molto del suo. Tante le occasioni, che i gol siano arrivati per gli errori altrui è solo un caso. Ora l’Inter, dopo i tre punti di Eindhoven, può guardare serenamente al futuro europeo. Il migliore Politano, addirittura imprendibile. Poi i due centrali difensivi e Nainggolan, autore di un bel gol. E lo stesso Icardi, in chiaro progresso.
Paragrafo a parte su Handanovic, che rischia e molto il rosso con un’uscita di mano fuori area e poi cancella l’incertezza con alcuni interventi da applausi. Il Psv ha un buon gioco d’attacco, ma difende poco o nulla e con una squadra italiana non si può fare.

Roberto Renga