Non un Dpcm, come erroneamente si pensava ai suoi albori incontrando anche la confusione di qualche agenzia di stampa, ma un vero e proprio decreto legge quello promanato dal Governo il 18 dicembre che ha visto gli italiani chiudersi in casa per undici giorni nel periodo natalizio, vedendo alternarsi le regioni da arancioni a rosse, in base ai giorni festivi e prefestivi.
Il cambiamento tecnico è sostanziale: Il decreto legge deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, altrimenti perde efficacia sin dall’inizio.
Ma come sarà la situazione tra due mesi è più che mai incerto né prevedibile da qualunque virologo del panorama nazionale e internazionale.

Ecco che, per il filosofo Paolo Becchi, il decreto perde ogni legittimità e senso: non avrebbe altrimenti passeggiato tra le vie di Genova in libertà (assembramenti permettendo), come ha raccontato a Stefano Molinari.
Troppo presto per dire se quello di Paolo Becchi sia stato un 24 dicembre da fuori legge: spetterà alla Corte Costituzionale deciderlo nel momento in cui si valuterà se il decreto recante “misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” sia costituzionale o meno.

Una sentenza che, qualora arrivasse, costituirebbe un precedente giuridico che definire importante sarebbe riduttivo. Paolo Becchi ci ha detto di più a ‘Lavori in Corso’.

Ho girato tutta la città di Genova con la mascherina sotto il mento (la mettevo soltanto quando entravo nei negozi) e ho fatto la mia vita normale.
Ho voluto passare una giornata prenatalizia normale chiedendomi come sarebbe andata a finire. Sono uscito in mattinata e sono tornato proprio per questa diretta che dovevamo fare.
Sono stato fuori tutto il giorno e non mi è successo nulla: certo, non sono andato nei pressi di assembramenti e non ho fatto niente di straordinario, però certamente mi sono mosso per tutta Genova a piedi e devo dire che non ho trovato particolari controlli.

Tutti parlano di questo nuovo decreto come se fosse un semplice decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. No, attenzione: questo è un decreto legge che dovrà quindi essere riconvertito in legge in sessanta giorni, cioè praticamente quando tutto questo periodo sarà passato, a meno che non lo facciano nei prossimi giorni. Quale legittimità ha un decreto legge che potrà essere riconvertito quando i suoi effetti saranno già cessati?
Se qualcuno dovesse trovarsi nelle condizioni di essere denunciato e quindi di pagare questa multa di 400€/1000€, io consiglierei – e lo farei se mi capitasse – di non pagarla. Ma non perché non voglio pagare, semplicemente perché voglio andare di fronte a un giudice ed esporre la cosa. A quel punto il giudice dovrà chiarire, dire “la legge è legge”, come si diceva durante il periodo del nazismo (perché questa è la situazione) oppure vedere cosa dice la Corte Costituzionale a riguardo. Lì potrebbero nascere i problemi.

Ci troviamo al momento praticamente nelle stessa situazione del lockdown totale di febbraio-marzo che si erano detti di non ripetere più. Avevano diviso l’Italia a zone, in giallo, arancione e rosso, ma adesso siamo diventati tutti rossi. Io non lo so cosa vogliono creare, una dittatura sanitaria?

Qualcuno dice che la cosa è così in tutto il mondo, ma non è vero. Sarà un problema semmai europeo: in Africa non c’è questa situazione, ed è un intero continente. In Asia hanno avuto il problema e ora non ce l’hanno più.
Ho visto foto di San Pietroburgo meravigliose: gente che cammina tranquilla per strada, ma allora dov’è il problema?