La scienza è o non è democratica? Per anni gli scienziati hanno inseguito una risposta, difficilmente trovando una chiave di volta in un quesito inerente alla loro materia. Da quando, poi, il dibattito scientifico ha invaso la nostra quotidianità attraverso il coronavirus, spetta anche a noi interrogarsi sul tema.

Perché negli ultimi mesi numerose prescrizioni sanitarie ci hanno condizionato in maniera pesante. E di questi provvedimenti adottati, parecchie sono state le contraddizioni che si sono manifestate. Vale, tra i tanti casi che si possono citare, anche per la terapia dell’idrossiclorochina: prima giudicata inefficace da una tesi apparsa sulla rivista Lancet, poi approvata dal Consiglio di Stato per la sua utilità nel temperare i danni del covid.

Su come la scienza dovrebbe essere organizzata e agire di conseguenza, è intervenuto Fabio Duranti insieme a Francesco Vergovich. Questo il suo pensiero a “Un giorno speciale”.

“Ormai ci stanno togliendo tutte le certezze da sotto il sedere. Molte cose non tornano. E noi cerchiamo di capire se la scienza ha ancora un valore, se la politica ha ancora un valore. Il tempo non ci ha insegnato nulla?

La scienza non è mai dogmatica. Alcune cose possono essere dogmatiche come la gravità o la velocità della luce. Noi stiamo dimenticando che la scienza non è mai dogmatica. Poi ci sono teorici che potrebbero contestare, ma fino a che non portano le prove vale la teoria precedente. Ecco il punto. Finché tu non mi porti la prova certa di quello che oggi teorizzi, vale la prova precedente.

Il problema sapete qual è? Il problema è che è molto imbarazzante vedere che esistono persone nella nostra comunità che odiano il benessere e il prossimo. Si deve fare base sulle prove scientifiche, sulle mascherine che sono un Tso che può essere dannoso.

L’evidenza scientifica ha una piramide dove in cima ci sono gli studi più importanti, quelli che diventano dogmatici. Chi fa uno studio lo pubblica perché altri scienziati potrebbero confutarlo. La buffonata apparsa su Lancet dell’idrossiclorochina che faceva male? E’ stata pubblicata su Lancet, ma adesso il Consiglio di Stato ne ha riconsentito l’utilizzo, proprio perché quello studio era un falso. Lì l’errore era clamoroso.

Ma raccontando una qualsiasi scemenza, tu non puoi mettere in discussione uno studio. Se noi seguiamo questa logica noi ci ritroviamo in una società migliore. Questo è quello che non sta accadendo. Sta accadendo che una parte ci dice una cosa e quella deve essere, punto e basta”.