L’economista, ospite frequente nei nostri studi, è intervenuto durante la diretta di Un giorno speciale con Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

Dopo l’intervento di Filippo Barone, a prendere la parola a “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich e Fabio Duranti è il Prof. Antonio Maria Rinaldi, ospite questa mattina in studio.

Ieri è avvenuto un fatto molto importante: un trattato, chiamiamolo di amicizia, tra la Francia e la Germania, firmato ad Aquisgrana” ha esordito l’economista “Significa, di fatto, che l’Unione Europea come l’abbiamo conosciuta fino ad adesso è obsoleta, perché se due paesi importanti sentono l’esigenza di creare un ulteriore legame con un trattato specifico, vuol dire che, nell’ambito dell’Unione Europea, non erano soddisfatti.”

Vorrei sottolineare” ha proseguito Rinaldi “che questo trattato è avvenuto senza il consenso preventivo del popolo francese e del popolo tedesco. Questi sono accordi che cambiano di molto la vita di questi paesi però, come al solito, al popolo non gli si chiede nulla. Abbiamo visto in precedenza che, tutte le volte che si è ricorso a delle richieste referendarie per decidere o meno provvedimenti di carattere internazionale, gli si è sempre detto di no.


E’ un’integrazione molto forte, ai danni degli altri paesi ha continuato l’economista “Vi dico solo un dato: la Germania ha un surplus delle partite correnti, ha esportazioni notevolmente superiori a quelle delle importazioni, quindi il saldo è estremamente forte, pari a 330 miliardi di dollari, tre volte di più di quello cinese.”

Entrando nel merito del reddito di cittadinanza, Rinaldi ha espresso il proprio punto di vista, sottolineando: “La mia posizione è questa: si può contestare quanto si vuole il provvedimento del reddito di cittadinanza ed è bene che avvenga questo, perché nessuno ha né la bacchetta magica né il potere di saper fare la cosa migliore e assoluta, però una cosa è certa. Questo reddito va, innanzitutto, in direzione di dare una forma di reddito a chi non ha veramente niente, ovvero ha dei minimi termini non compatibili con un paese come l’Italia nel 2019. Sicuramente ci saranno un certo numero di furbetti, però questo non significa non fare questo tipo di provvedimento e, chi verrà colto in flagrante con le mani nella marmellata, mi auguro che venga severamente punito.”

E, parlando del suo settore d’appartenenza e facendosi strappare la promessa da Fabio Duranti di approfondire la questione delle imprese, il Prof. Rinaldi ha chiuso il suo intervento in diretta, affermando: “Tutti coloro che si laureano in Economia, quando escono sono tutti keynesiani e dopo, a seconda della convenienza che hanno, non lo sono più. Essere keynesiani significa avere un’impostazione economica che prevede anche l’intervento dello Stato a supporto dell’economia, quando è necessario. Siamo in una fase economica in cui lo Stato ha il sacrosanto dovere d’intervenire, perché previsto dalla Costituzione.”