Brutta notizia per moltissime famiglie italiane, che nel 2026 vedranno ridursi uno degli aiuti economici maggiormente utili.
Fino a qualche anno fa lo Stato aveva scelto di erogare il tanto discusso e chiacchierato Reddito di cittadinanza, ovvero un contributo economico mensilmente concesso ai cittadini italiani che avessero i requisiti per richiederlo, tra cui la mancanza di reddito per lavoro dipendente, autonomo o di collaborazione.

Dal gennaio 2024 il Governo ha deciso di mandare in pensione questa agevolazione, sostituendola con un’altra formula di aiuti ma con altre caratteristiche. Parliamo dell’Assegno di inclusione, un contributo economico e sociale indirizzato a famiglie in condizioni di povertà, fragilità o esclusione e legata all’adesione a percorsi personalizzati di inclusione sociale e lavorativa, erogata su una carta prepagata detta Carta di inclusione.
Sono molte le famiglie che fanno affidamento a questa opzione economica per soddisfare diverse esigenze primarie. Ma è in arriva una notizia non troppo felice: secondo la legge di Bilancio 2026 presentata dal Governo negli scorsi giorni, è presente un emendamento che rischia di ridurre, o addirittura dimezzare, l’assegno in questione.
Beffa per l’Assegno di inclusione: aiuti economici più bassi con il nuovo anno
Ma andiamo a vedere nel concreto cosa dice l’emendamento. In primis pare proprio che l’Assegno di inclusione potrà essere rinnovato senza problemi con l’inizio del nuovo anno, ma non sarà più possibile ottenere il bonus di 500 euro, introdotto a inizio 2025, che andava a coprire il periodo vacante tra la scadenza precedente e l’omologazione successiva.

Non bastasse questo bonus a serio rischio, le novità prevedono anche una cifra dimezzata per quanto riguarda la prima mensilità dopo il rinnovo. Se dovesse passare l’emendamento governativo. La carta di inclusione passerebbe dunque dall’avere una prima ricarica annuale di 1.100 euro (600 di mensilità più 500 di bonus) a solo 300 euro. Una differenza enorme e decisamente negativa per le famiglie che ne hanno diritto.
L’emendamento di cui parliamo sembra sia stato considerato appositamente per garantire un risparmio di 100 milioni di euro, obiettivo stabilito dal Governo per poter riutilizzare tali risorse su altre misure.
Il fatto che il rinnovo dell’Assegno di inclusione duri solo 12 mesi (anziché i canonici 18) prevede l’assenza automatica di una mensilità erogabile, visto che a dicembre scadrà automaticamente il beneficio e per richiedere il rinnovo servirà attendere la fine di gennaio del nuovo anno. Una situazione tutta da chiarire che già fa storcere il naso a molti.










