La Russia, secondo Churchill, “è un rompicapo avvolto in un mistero dentro un enigma”, ma forse fino a questo punto non pensavamo.
Nel suo ultimo intervento pubblico di inizio dicembre 2025, Vladimir Putin ha lanciato un messaggio che combina apparente distensione e replica aperta verso l’Europa. Il presidente russo ha infatti dichiarato che la Russia “non vuole una guerra con l’Europa”, salvo aggiungere che, se i Paesi europei decidessero di avviare il conflitto, Mosca sarebbe pronta a rispondere “immediatamente”.
Dichiarazioni arrivano in un momento di forte tensione diplomatica, mentre si discute del ruolo dell’Europa nei tentativi di negoziato per mettere fine alla guerra in Ucraina. Putin ha sfruttato l’occasione per accusare i governi europei di aver ostacolato le iniziative di pace e di aver scelto, di fatto, la via dell’escalation.

Il passaggio più significativo è emerso in risposta a una domanda posta da una giovane giornalista sul coinvolgimento dell’Europa nei negoziati. Sollecitato a chiarire le intenzioni del Cremlino, Putin ha ribadito che Mosca non cerca uno scontro diretto con i Paesi europei, rivendicando di aver più volte escluso l’idea di attaccare l’Europa.
Tuttavia, il leader russo ha immediatamente affiancato a questa rassicurazione una condizione netta: se “l’Europa volesse iniziare una guerra”, la Russia sarebbe pronta a reagire senza esitazioni, tenendo il punto sul fatto che dovrebbero essere “gli altri ad attaccare improvvisamente“.
Nelle sue parole, Putin ha cercato di incorniciare il conflitto come una responsabilità principalmente occidentale, sostenendo che sarebbero le capitali europee a sabotare i percorsi di pace e a spingere verso un confronto sempre più diretto.
In parallelo, il Cremlino ha lasciato intendere di considerare gli Stati Uniti come interlocutore privilegiato per eventuali negoziati, relegando l’Europa a un ruolo di comprimaria ostile. Un doppio registro a cui l’Europa non sembra sottrarsi con efficacia per bocca dei suoi leader, che continuano a tenere il punto sulle sanzioni e sulla leva militare di cui stanno effettivamente parlando tutti i principali paesi europei.
Il punto su cui Putin ha insistito, e che ha fatto discutere le cancellerie europee, è la formula secondo cui la Russia non vorrebbe “la guerra all’Europa”. Nella sua risposta, il Cremlino ha tenuto a sottolineare di non avere interesse a un attacco contro i Paesi europei, rivendicando di aver ripetuto più volte questa posizione.
Il messaggio che arriva all’opinione pubblica europea è duplice, ma non in contraddizione: da un lato la rassicurazione di non voler un conflitto diretto, dall’altro l’avvertimento che qualsiasi passo percepito come escalation potrebbe trovare una risposta fulminea da parte di Mosca.
Questo non esime i giornali italiani dall’interpretare la cosa con un sottotesto chiaro: “Putin minaccia l’Europa“. Lo scrivono a chiare lettere in questi giorni tutte le principali testate nazionali, in quella che edulcorando potremmo chiamare un’interpretazione più che forzata.
Nel video l’editoriale di Fabio Duranti.










