In attesa della seconda rata dell’Imu, la tanto odiata tassa sulle case di proprietà, spunta una possibilità di ‘salvezza’ da questa spesa.

Tra le tante tasse che i cittadini italiani devono affrontare durante l’anno fiscale, ce n’è una che viene tollerata davvero poco e contestata da anni. Vale a dire l’IMU, il contributo destinato allo Stato ed obbligatorio per tutti i soggetti che hanno intestata una seconda casa oppure una dimora considerata catastalmente di lusso, all’interno del territorio nazionale.

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Imu 2025, a breve scade la seconda rata: c’è un modo per non pagarla (Pexels) – radioradio.it

Il 16 dicembre prossimo scatterà la scadenza della seconda rata annuale IMU. Un appuntamento certamente poco gradito da tutti. Come è noto, questa tassa non è dovuta a chi è proprietario di una sola abitazione, definita principale. Vale a dire la dimora dove il soggetto ed i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente.

Ma proprio sulla definizione di abituazione principale si discute spesso in maniera giuridica e nella diretta disciplina dell’IMU. Non è da escludere infatti che il contribuente possa ottenere un’esenzione dalla tassa domiciliare. In passato, per beneficiare dell’agevolazione, la normativa e la giurisprudenza richiedevano che l’intero nucleo familiare del proprietario avesse sia la residenza anagrafica che la dimora abituale nello stesso immobile.

In pratica se due coniugi avevano residenze e dimore separate in due immobili diversi, situati nello stesso Comune, l’esenzione IMU poteva comunque applicarsi solo ad una delle due abitazioni, senza ‘scampare’ alla tassa.

La sentenza della Corte Costituzionale in materia di IMU e le possibili esenzioni: tutto ciò che c’è da sapere

La Corte Costituzionale è intervenuta poi con la sentenza n. 209 depositata il 13 ottobre 2022, stabilendo che, ai fini dell’esenzione, per “abitazione principale deve intendersi l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”.

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La sentenza della Corte Costituzionale in materia di IMU e le possibili esenzioni: tutto ciò che c’è da sapere (Pexels) – radioradio.it

Una contestazione rispetto alla normativa precedente che ha cambiato le carte in tavola. I coniugi che hanno dimora abituale in due differenti immobili hanno ora diritto entrambi all’esenzione IMU, a prescindere dal Comune in cui le abitazioni si trovano.

I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la decisione della Corte Costituzionale, chiarendo come non sia più richiesto che il nucleo familiare viva nello stesso immobile perché si possano garantire, a entrambi i coniugi, gli stessi benefici fiscali. Ma come ottenere a questo punto l’esenzione? Un parametro utile è quello costituito dai consumi delle utenze a rete, anche se lo scarso consumo non giustifica la revoca dell’agevolazione.

Non è sufficiente allora dichiarare di abitare nella seconda casa per ottenere l’esenzione definitiva. Urge provare che la residenza sia effettiva: tra le soluzioni c’è la scelta del medico di base, effettuata con l’indirizzo della casa scelta come residenza. O le utenze domestiche che attestino consumi regolari durante l’anno, e non solo nei mesi estivi.

La richiesta di esenzione dovrà essere presentata direttamente al Comune competente, che verificherà i dati e la documentazione fornita. Non da escludere che l’amministrazione possa richiedere ulteriori controlli prima di esprimersi in questo senso.