“È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”.
Così, a Torino, la conferenza del professor Angelo D’Orsi, intitolata “Russofobia, russofilia, verità” prevista per il 12 novembre 2025 al Polo del ’900, è stata annullata.
L’evento, organizzato dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, è stato stoppato in seguito a pressioni politiche e sociali, principalmente da esponenti del Partito Democratico come Pina Picierno e il sindaco Stefano Lo Russo, che l’hanno definita un’iniziativa di propaganda putiniana.
La vicepresidente del parlamento europeo ha apertamente espresso la sua soddisfazione per l’annullamento della kermesse: “L’evento di propaganda putiniana previsto al Polo del ‘900 per il 12 novembre è stato annullato”, scrive la Picierno sui suoi social, “Ringrazio il sindaco di Torino, Stefano Lorusso per la sensibilità, il Polo del ‘900 e tutti coloro che si sono mobilitati a livello locale e nazionale”.
D’Orsi ha denunciato questa decisione come un atto di censura, evidenziando che impedire un dibattito in nome di posizioni politiche dominanti è un segno di autoritarismo e un pericolo per la democrazia.
Un ennesimo esempio di come la censura sia impiegata impropriamente, soffocando il confronto e la pluralità di pensiero, elementi fondamentali in una società libera. La censura, qualunque sia la sua motivazione, è sempre inappropriata perché nega il diritto di esprimere idee, posizioni e riflessioni anche scomode, ma necessarie per un dibattito pubblico sano. L’evento, dopo la cancellazione al Polo del ’900, è stato riproposto in una nuova sede con maggiore visibilità e un pubblico più ampio, segno che tentativi di limitare la libertà finiscono spesso per rafforzarla.
Perfino lo storico Alessandro Barbero si è esposto nel merito sui suoi blog: “Esprimo solidarietà allo storico Angelo D’Orsi dopo la conferenza su “Russofilia-russofobia-verità” organizzata dagli antifascisti e annullata al Polo del ‘900.
Il convegno, previsto per il 12 novembre, aveva attirato critiche e reazioni dalle istituzioni politiche cittadine e nazionali, venendo definito “evento di propaganda putiniana” da autorevoli voci del Parlamento europeo. D’Orsi, docente di storia e pensiero politico, ha stigmatizzato la cancellazione come “un atto gravissimo” e ha denunciato un clima di russofobia in cui, a suo dire, non si tollera il confronto serio e documentato“.
La Storia insegna ma non ha scolari.
Nel video il commento di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale.










