Un nuovo studio rivela un aggravamento della fuga di produzione e di investimenti dalla Germania, con il 31% delle aziende che già trasferisce o espande la produzione all’estero e un ulteriore 42% di aziende tedesche che preferisce investire altrove in Europa o rinviare le spese in territorio tedesco.

Il fenomeno colpisce in particolare settori ad alto consumo energetico, come la chimica, l’acciaio, il vetro e il cemento. Le cause principali sono gli elevati costi energetici e la perdita di fiducia nella transizione verso l’idrogeno come fonte alternativa ritenuta troppo onerosa, oltre al timore dell’aumento dei costi dei certificati di emissione della CO2, che è una delle tante manovre folli volute dall’Unione Europea. Le imprese lamentano un’elevata incertezza sistemica di direzione chiara da parte della governance politica tedesca, un eccesso di burocrazia, la carenza di personale qualificato, aumentando così la percezione del rischio per chi vuole produrre e innovare. Insomma, le stesse cose che io mi sento dire ogni giorno dagli imprenditori italiani che fanno consulenza di strategia.

A questo punto si aggiungono le alterazioni del commercio mondiale, come l’aumento delle importazioni cinesi in Europa a seguito dei dazi statunitensi, il rallentamento economico tedesco, la domanda interna in contrazione. Il quadro è preoccupante. Perché è preoccupante?

Un brutto segnale per l’UE

Ci sono sette aziende su dieci che cercano opportunità fuori dalla Germania, cioè il 70% delle aziende tedesche non crede più alla Germania per mantenere la competitività, accentuando la perdita strutturale di capacità produttiva. La Germania ha perso tutte le proprie certezze, non avendo più quel ruolo di leadership trainante a livello europeo. Occorre senza dubbio un’azione governativa più decisa, con una chiara visione strategica, con i cambiamenti necessari strutturali e sistemici.

Adesso il mio commento va a tutti quelli che mi hanno coperto di insulti nei vari anni perché io dicevo che l’Unione Europea verrà messa in crisi da chi l’ha fondata, e cioè la Germania. Quando lo dicevo anni fa era facile insultarmi perché insomma sarei stato un incantatore di serpenti e robe del genere. E adesso che le cose stanno succedendo, e cioè che la Germania si rivela per quello che è, cioè una mente perversa che ha permesso all’Unione Europea di creare un tessuto di burocrati che sono contrari alla logica delle imprese, cosa avete da dire?

Malvezzi Quotidiani, l’Economia Umanistica spiegata bene | Con Valerio Malvezzi