Sabato 18 ottobre in Piazza Santi Apostoli, a Roma, si terrà la manifestazione nazionale “Il momento è ora”, organizzata dall’associazione Contiamoci, guidata dal medico radiologo Dario Giacomini. L’iniziativa nasce – spiega Giacomini ai microfoni di Un Giorno Speciale – come un momento di riflessione e rivendicazione civile, per chiedere giustizia morale e materiale dopo le sospensioni e le discriminazioni subite durante il periodo pandemico.
“Una guerra civile silenziosa”
“Ci sono stati affibbiati epiteti come traditori della patria, untori, portatori di morte”, racconta Giacomini. “È stata una vera e propria guerra civile nei confronti di una parte della popolazione italiana. Un meccanismo di discriminazione che, se non viene riconosciuto, può essere riattivato in qualsiasi momento per nuove emergenze pseudo-sanitarie”.
Il medico ricorda come fin dal 2021 Contiamoci avesse messo in guardia contro il rischio di legare diritti fondamentali – come il lavoro o la partecipazione alla vita sociale – all’accettazione di un trattamento farmacologico. “Fosse anche una fisiologica innocua – dice – non si può obbligare una persona a introdurre qualcosa nel proprio corpo per avere accesso alla vita sociale. Questo è antidemocratico e incivile”.
Il “long Speranza” e la sfiducia nella medicina
Oggi, denuncia Giacomini, la ferita più profonda lasciata da quegli anni si chiama sfiducia nella scienza. “Abbiamo quello che io chiamo il long Speranza, invece che il long Covid”, spiega con ironia amara. “Le persone non si fidano più della medicina, non vanno in ospedale, non portano i bambini a curarsi, perché la rappresentazione che è stata data del metodo scientifico è stata fallace e politicizzata”.
La manifestazione, sottolinea, servirà anche a questo: “Dire ai cittadini che la medicina italiana è ancora sana, che il metodo scientifico è valido, ma è stato inquinato da interessi economici e da ordini professionali che hanno tradito la loro missione”.
“Tornare al metodo scientifico”
Nel dialogo con il conduttore Fabio Duranti, Giacomini ribadisce che il vero obiettivo è il ritorno alla scienza come metodo, non come dogma. “La scienza non è una medaglia da appuntarsi al petto. È un metodo di ricerca, basato sul dubbio, sulla verifica, sul confronto”.
Duranti aggiunge: “Le vere malattie sono state sconfitte proprio grazie al metodo scientifico. Cancellarlo negli ultimi anni è stato un danno per la società e per la fiducia nei medici. Manifestare per riportarlo al centro è un atto di civiltà”.
“Giustizia con rigore e senza eccessi”
Giacomini chiarisce che la piazza di sabato sarà pacifica e moderata, lontana da estremismi e polemiche. “Non ci servono urla né slogan – spiega – ma argomentazioni solide, dati alla mano, pubblicazioni scientifiche. Solo così possiamo rendere giustizia in modo rigoroso e far tornare la fiducia nella medicina”.
“Bisogna isolare i fanatici da entrambe le parti”, conclude Duranti. “E tornare ai principi veri: il giuramento di Ippocrate, la Costituzione, il rispetto reciproco. Niente più bullismo mediatico o scientifico, ma educazione e confronto. È così che cresce una società civile.”










