E’ scontro aperto tra Antonio Tajani e Matteo Salvini dopo l’esito del voto al Parlamento europeo sulla conferma dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, eurodeputata di Avs accusata in Ungheria di lesioni aggravate e condotte criminose.
Nelle ultime ore Salvini ha attaccato pubblicamente Tajani e Forza Italia sostenendo che, nonostante le indicazioni del centrodestra di votare contro il mantenimento dell’immunità per Salis, grazie al voto segreto “anche qualcuno che si dice di centrodestra ha votato per salvarla dal processo”, parlando di “vergogna” e di tradimento. Salvini punta il dito contro il Partito Popolare Europeo (PPE), di cui Forza Italia fa parte, accusando il gruppo di aver favorito la salvezza di Salis.
Tajani ha respinto con forza le accuse, definendole “calunnie” e ribadendo che Forza Italia è sempre stata leale e coerente, senza nessun “gioco strano” o tradimento. Ha sottolineato che il voto era segreto con oltre 700 parlamentari coinvolti, rendendo impossibile stabilire con certezza l’origine dei voti a favore di Salis. Tajani ha anche invitato l’alleato a evitare polemiche interne per non danneggiare complessivamente il centrodestra.
Il voto europeo ha comunque catalizzato tensioni già esistenti tra Lega e Forza Italia, con il centrodestra che si divide su strategie e gestione delle alleanze a livello europeo. L’episodio riflette anche divergenze più profonde tra Lega (che in Europa è vicina ai gruppi sovranisti) e Forza Italia (inserita invece nel PPE), soprattutto su temi legati alla giustizia e alle collaborazioni con forze più moderate o di sinistra.
Alcuni esperti di comunicazione non hanno fatto però a meno di notare come la parola “calunnie” sia decisamente fuori contesto, anche per un’accusa politica del genere. “Mi fa pensare che Tajani sia stato evidentemente pizzicato”, dice il docente di comunicazione sociale Alberto Contri.
Ascoltate il suo intervento da Fabio Duranti.










