Oggi vi voglio parlare di un paradosso che si sta verificando per le famiglie italiane e che sta diventando sempre più evidente per gli analisti economici: le famiglie italiane spendono di più per la spesa alimentare, ma comprano meno prodotti. Questo è stato verificato dai dati di Assuntenti e dell’Istat, che rilevano che nei primi sette mesi del 2025, il volume delle vendite alimentari è diminuito, ma il valore è cresciuto, con un aumento di 1,3 miliardi di euro nella spesa alimentare. Questa tendenza da cosa dipende? Dipende dall’inflazione.
L’influenza dell’inflazione sul potere d’acquisto
Il vero problema è che l’inflazione sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto con un impatto significativo sulle famiglie a basso reddito. La crisi, causata in parte dall’aumento dei costi delle materie prime e dalla dinamica della distribuzione, minaccia quindi di portare addirittura a una malnutrizione del popolo italiano, con un maggiore ricorso a cibi meno sani e apparentemente più economici. Questo sta anche provocando un indebolimento di interi comparti produttivi, soprattutto quello dei piccoli negozi di prossimità.
La situazione dei supermercati e il fenomeno complessivo
Tuttavia, io sto seguendo anche in consulenza strategica dei proprietari di supermercati che mi confermano la stessa cosa, quindi non credo che il fenomeno sia soltanto dei negozi di prossimità. È un fenomeno complessivo, che riguarda anche la spesa al supermercato. E sebbene l’Istat abbia registrato ad agosto 2025 una decelerazione dell’inflazione, ciò non significa un calo dei prezzi, ma un rallentamento della crescita dei prezzi.
La necessità di una vera diminuzione dei prezzi
Allora, per una vera diminuzione dei prezzi, l’inflazione dovrebbe diventare negativa oppure i salari dovrebbero crescere per garantire almeno una parità di potere d’acquisto. Ora, a tutti quei “diversamente intelligenti” che quando io anni fa dicevo che con la lira era meglio che con l’euro, guardavano con aria perplessa, soprattutto i giovani, che i loro professori a scuola gli dicevano che durante la lira c’era l’inflazione, dico: certo che c’era l’inflazione, ma c’erano anche gli agganci dei salari ai prezzi, c’era la Scala Mobile, c’era soprattutto la competitività italiana, ma anche francese, che ha svalutato l’euro come la lira. Così, l’economia era più forte e più solida di questa gabbia dell’euro, e non soltanto alzavano i prezzi, ma aumentava la produzione, la ricchezza delle imprese e i salari delle persone.










