Da mesi, gruppi di militari dell’Idf trascorrono periodi di vacanza in Italia per “decompressione” dopo il servizio nella Striscia di Gaza. Le mete principali sono Marche e Sardegna. La notizia ha sollevato polemiche politiche e interrogazioni parlamentari.
Vacanze di “decompressione”
Si tratta di gruppi organizzati di soldati dell’esercito israeliano, autorizzati a periodi di riposo per recuperare la salute mentale dopo il servizio militare a Gaza. Le località scelte sono soprattutto le Marche e la Sardegna, dove i militari soggiornano in resort e hotel, a volte presentandosi con nomi di fantasia.
La presenza della Digos
Durante queste vacanze, i soldati israeliani sono costantemente accompagnati da agenti della Digos. Non si tratta di scorte ufficiali, ma di vigilanza discreta, perché i militari dell’Idf vengono considerati “obiettivi sensibili”. Le autorità di polizia, però, non avrebbero informato preventivamente i sindaci delle località interessate.
Le rivelazioni della stampa
La notizia è emersa grazie a diverse segnalazioni e inchieste giornalistiche. Già a dicembre 2024 una guida turistica aveva raccontato la presenza di gruppi di militari nelle Marche. Più di recente, “Il Fatto Quotidiano” e testate locali hanno documentato casi simili, come quello di un centinaio di soldati ospitati a Santa Teresa Gallura, in Sardegna.
Polemica politica
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto chiarimenti al governo Meloni. “Accogliamo i bambini palestinesi feriti e allo stesso tempo i soldati che sparano a Gaza?”, ha dichiarato la senatrice Alessandra Maiorino. Restano aperti diversi interrogativi: esistono accordi bilaterali? Qual è il ruolo delle istituzioni italiane? La vicenda continua a sollevare tensioni e dibattito politico.










