Attenzione a non commettere questo errore con i contanti perché si può finire nei guai con l’Agenzia delle Entrate.
Tante persone utilizzano i mezzi di pagamento tracciabili (assegni, bonifici, carte) per effettuare pagamenti o spostamenti di denaro. Altri invece sono ancora abituati ai contanti e periodicamente vanno allo sportello Bancomat a ritirarli.

Eventualmente si possono anche versare dei contanti allo sportello. In ogni caso bisogna fare attenzione a movimentare questo tipo di denaro perché si può finire nei guai con l’Agenzia delle Entrate.
L’errore da non commettere con i contanti per non finire nei guai con l’Agenzia delle Entrate
Finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate è possibile quando si movimentano dei contanti. Addirittura l’istituto riesce a monitorare i movimenti in contanti effettuati allo sportello, senza che questi passino da un conto bancario.

Infatti, anche coloro che effettuano allo sportello operazioni come un bonifico pagato in contanti o la richiesta di un assegno circolare, lasciano una traccia. Infatti le banche e gli altri operatori bancari devono comunque comunicare nome, cognome, codice fiscale, importo e natura dell’operazione all’Agenzia delle Entrate.
Dunque l’amministrazione finanziaria può incrociare questi dati con i redditi dichiarati e se c’è qualcosa che non va, può partire l’accertamento. Infatti ogni movimento di denaro che non viene giustificato dal reddito può essere considerato reddito non dichiarato e il Fisco potrebbe chiedere dunque delle spiegazioni sulla sua origine. In particolare i controlli dell’Agenzia delle Entrate si concentrano su quelle attività bancarie e postali svolte senza l’utilizzo diretto del conto corrente, perché queste vengono comunque registrate dal Fisco.
Difficilmente invece sono tracciabili le transazioni in contanti tra privati, a meno che non siano segnalati in altro modo o ci sia l’indicazione del codice fiscale dell’acquirente (ad esempio le spese mediche detraibili). Una volta che però il denaro contante entra in banca, diventa tracciabile ed è in quel momento che il Fisco può incrociare i dati del reddito con questi soldi e richiedere l’origine di quel denaro e una giustificazione per l’operazione.
E bisogna ricordare che le indagini finanziarie possono partire in modo automatico, senza un avviso. Se non si riesce a dimostrare l’origine dei fondi, il Fisco può contestare un reddito non dichiarato, applicare le imposte dovute e aggiungere sanzioni fino al 240% della somma contestata. In casi gravi si può configurare il reato di evasione fiscale.










