Bravo professionista, forse il meno colpevole di tutta questa storia. Ma la narrazione mediatica che ha dipinto (e continua a dipingere) Charles Leclerc come il “Predestinato”, il salvatore della Ferrari, non solo ora è diventata stucchevole. Ma anzi, è stata smentita definitivamente anche dalle statistiche.
Per carità: “accollare” a un solo nome tutta la responsabilità del declino che ha colpito Maranello molti anni prima del suo approdo alla guida della Rossa, non solo sarebbe profondamente sbagliato, ma anche disonesto intellettualmente. Dall’ultimo campionato vinto nel 2008, infatti, sono passati ben 17 anni. E nel frattempo sono cambiati piloti, manager e ingegneri, senza mai tornare ai fasti che hanno fatto della Ferrari la squadra con il:
- Maggior numero di campionati costruttori: 16
- Maggior numero di campionati piloti: 15
- Maggior numero di Gran Premi disputati: 1.100
- Maggior numero di vittorie in assoluto: 248
- Maggior numero di podi in assoluto: 829
- Maggior numero di doppiette: 87
- Maggior numero di pole position in assoluto: 253
- Maggior numero di punti in assoluto: 10.341
- Maggior numero di giri veloci in assoluto: 263
- Maggior numero di stagioni consecutive con almeno una vittoria in ognuna di esse: 20
Lungi dall’autore di questo articolo quindi ogni tipo di tentativo infame di indicare Charles Leclerc come il capro espiatorio di tutti i mali della Ferrari. Ma l’appello ai giornalisti di settore e agli urlatori televisivi (impegnati disperatamente nel rendere “accattivanti” gare sempre più soporifere) è netto: anche basta con questa storia del Predestinato. Per onestà intellettuale; e per il bene stesso del pilota.
Ferrari, Leclerc: numeri di un flop ormai lampante
Dopo gli inizi promettenti con la Sauber, nel 2019 Charles Leclerc diventa la seconda guida ufficiale della Ferrari, sostituendo Kimi Raikkonen e affiancando il pluricampione del mondo (con la Red Bull, ovviamente…) Sebastian Vettel. Da allora, fino all’ultima gara disputata in Belgio lo scorso 27 luglio 2025 (con un ‘celebratissimo’ 3° posto…), il pilota monegasco si è seduto sulla Rossa in ben 126 Gran Premi ufficiali. I numeri, sono tutto fuorché lusinghieri:
- 8 vittorie totali (quindi il 6,35% del totale)
- 26 pole position (38%)
- 48 podi (20,6%)
Avendo già parlato delle difficoltà evidenti che la scuderia di Maranello ha affrontato a prescindere dalle prestazioni di Leclerc (dato comunque non trascurabile), ora la domanda è: il “Predestinato” ha mantenuto le promesse? Chiaramente no.
Eppure, la narrazione che lo accompagna è ancora quella che lo descrive come un campionissimo. Un fenomeno vero, che però ad esempio (nel periodo in cui hanno condiviso i box; 2021-2024; 88 Gran Premi complessivi) ha vinto solo 2 gare in più del tanto vituperato Carlos Sainz (6 successi vs i 4 dello spagnolo). Anche il dato sui podi non è tanto superiore: 31 per il monegasco; 25 per l’attuale pilota della Williams.
Niente di personale per un atleta professionale, corretto e molto legato alla Ferrari. Ma anche basta con i titoloni e i soprannomi leggendari. Leclerc è solo un pilota normale; purtroppo adeguato per una scuderia che, da troppi anni, ormai, ha smesso di essere la padrona assoluta della Formula 1. Trasformandosi in una mesto catorcio pieno solo di orpelli, sponsor e colori sgargianti.











