Molte famiglie italiane non si vedranno più erogato il pagamento di un bonus. Ecco quale aiuto è stato sospeso.
Tante famiglie italiane versano in condizioni di difficoltà economica e poter contare sugli aiuti del Governo fa comodo per poter sostenere con più serenità tutte le spese che si hanno. Allora è una brutta notizia quando un aiuto viene sospeso.

Infatti un bonus è stato stoppato e molte famiglie non otterranno il pagamento di questo aiuto. Ecco di quale si tratta e il perché di questa scelta.
Il bonus che non verrà erogato alle famiglie
Da qualche anno le famiglie con figli possono richiedere il Bonus Nido, una misura economica pensata per le famiglie con bambini fino a tre anni di età. Il bonus viene erogato per pagare le rette degli asili nido o dei servizi di assistenza domiciliare per minori con patologie croniche che non permettono di frequentare l’asilo.

Anche per il 2025 è possibile richiederlo sul sito dell’Inps accedendo con Spid, Cie o Cns nella sezione “Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione”. Nello specifico è possibile chiederlo dal 1° gennaio al 31 dicembre ma le attestazioni di pagamento delle rette versate nel 2024 devono pervenire all’INPS non oltre il 31 luglio 2025.
L’importo del Bonus Nido nel 2025 può oscillare tra i 1.500 euro e un tetto massimo di 3.600 euro (e varia in base all’ISEE del nucleo familiare). Viene erogato per un massimo di 11 mensilità, in un’unica soluzione entro il 31 dicembre di ogni anno oppure a rate, massimo 11, da gennaio a dicembre. La cifra erogata dall’INPS in ogni caso non può superare l’ammontare della retta mensile.
In questi casi, infatti, il rimborso avverrà solo di quanto effettivamente è stato versato dal genitore (che comprende il pagamento della retta mensile, dei pasti presso la mensa e le tasse scolastiche). Il problema però con questo bonus è cominciato con la circolare Inps n.1165 dello scorso 4 aprile, che prevede che il rimborso lo possa ottenere solo chi ha sostenuto la spesa.
Di conseguenza molte domande risultano accolte ma la procedura è ferma allo stato “In lavorazione” e il pagamento non risulta erogato. Lo scorso anno la normativa era differente: bastava infatti che la spesa fosse sostenuta da uno dei due genitori e non era necessario che fosse lo stesso che aveva inoltrato la richiesta. L’Inps ha garantito che non ci sono problemi di fondi ma le tempistiche si sono comunque allungate a causa della verifica dei documenti, che viene effettuata pratica per pratica.
Per questo, a chi si chiede quando avverrà il pagamento, le prime erogazioni potrebbero essere effettuate tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Tuttavia, ciò avverrà esclusivamente per i nuclei familiari con tutta la documentazione al posto. Quindi, per evitare ritardi è bene:
- verificare che ogni quietanza o fattura relativa alle quote sia intestata allo stesso soggetto che ha inoltrato la domanda per il beneficio del Bonus Nido
- accertarsi che il versamento sia stato eseguito dalla stessa persona
- produrre documentazione completa, includendo le informazioni relative all’ente (denominazione, codice fiscale) e al minore
- appurare la presenza e la validità dell’ISEE minorenni all’interno della propria istanza
- specificare con chiarezza i mesi per i quali si richiede il rimborso, allegando i relativi giustificativi










