
Nel pieno della delicata trattativa commerciale tra Europa e Stati Uniti sui dazi, si accende il dibattito su come l’Italia stia gestendo la situazione, accusata di seguire troppo ciecamente la linea francese a scapito dei propri interessi.
La ‘fauna del macronismo italico’
In diretta Daniele Capezzone evidenzia come si possa accostare il tutto metaforicamente a ‘una fauna del macronismo italico’: una figura politica che si ripresenta regolarmente come gli uccelli migratori, pronta a schierarsi con Emmanuel Macron anche a costo di mettere a rischio il tessuto economico nazionale.
Con dati alla mano, si ricorda come nel 2024 l’Italia abbia esportato verso gli Stati Uniti beni per 64 miliardi di euro: “Siamo un Paese venditore, loro sono un Paese acquirente. Non ho mai visto un venditore sputare in faccia al compratore, anche se quest’ultimo può essere arrogante o sgradevole” si sottolinea, invitando a mantenere prudenza e senso della realtà.
I settori a rischio
Nonostante la minaccia di dazi pesanti dagli Stati Uniti, i mercati non sono crollati, la situazione è vista come una trattativa e non un conflitto aperto. Tra i settori a rischio c’è quello degli alcolici, con l’Italia che esporta vini e liquori per 2 miliardi di euro negli USA. Il governo italiano, insieme alla Germania e con una posizione più prudente anche da parte di Ursula von der Leyen, cerca di evitare tensioni mentre Macron spinge per misure più aggressive. L’appello è a non provocare uno scontro diretto con Washington, considerato pericoloso e controproducente per l’Italia.









