“Vorrei comunicarvi un dato relativo ai tamponi Covid che riguardano pazienti con febbre nel nostro paese: sono pressoché tutti positivi ma i sintomi sono quelli dell’influenza normale. Soprattutto alle persone che non hanno avuto diciamo un’interferenza passa dopo 24 ore, ma l’attendibilità di questi tamponi qual è?”
Questo il messaggio di un ascoltatore arrivato durante “Un Giorno Speciale”, risponde Vanni Frajese:
“Francamente è una cosa che va avanti da tre anni questa, è un’idiozia che è stata portata avanti per tre anni. Basterebbe chiedere a chi sottopone questi test, quali sono i valori di sensibilità e di specificità di questo test per la diagnosi che fa. Vi basterebbe ricordare che nei due anni della cosiddetta pandemia da Covid noi non abbiamo avuto praticamente casi di influenza e vi ricordo che è stato detto che questo era avvenuto perché utilizzavamo le mascherine, nonostante decine di pubblicazioni che hanno confermato che le mascherine non servono a niente. Questi test non distinguono tra un coronavirus e un altro coronavirus o addirittura un’influenza e dà positivo praticamente a tutto quello che trova. Non entriamo nei dettagli tecnici dell’amplificazione invece dei tamponi con le PCR, perché quello è un altro discorso che non farebbe altro che far crollare sempre di più tutta la menzogna che è stata costruita a livello scientifico intorno a questo“.
Ci sono delle evidenze scientifiche che si concretizzano anche nelle pubblicazioni scientifiche che negli ultimi mesi si stanno intensificando in maniera preoccupante, spiega Frajese: “Nel mentre, però, volevo segnalarti la fuoriuscita di un articolo su un giornale che è l’European Review for Medical and Pharmacological Sciences, il titolo è Presence of Viral Spike Protein and Vaccinal Spike Protein in the Blood Serum of Patients with Long Covid Syndrome. Sono andati a vedere la presenza della spike vaccinale o cosiddetta nativa nel sangue delle persone e hanno trovato nei pazienti che hanno il long Covid la presenza per diversi mesi soprattutto nelle persone vaccinate di questa spike. Sono andati a vedere se per caso nei leucociti o comunque in alcune cellule del sangue fosse stata ritrovata la sequenza dell’mRNA o del DNA come sappiamo oggi integrata nel genoma umano e questo articolo dice che l’hanno trovato, l’hanno visto su una persona sola, il che sta a significare due cose, da un lato che probabilmente per fortuna questa integrazione non deve essere così frequente, ma non sappiamo ancora quanto. Secondo che questa integrazione è purtroppo possibile e a qualcuno sarà capitato. Cosa significa l’integrazione di una sequenza esogena nel DNA? Significa che avremo dieci anni di tempo per capire dove vanno eventualmente ad inserirsi, se negli oncogeni oppure no, con la slatentizzazione di tumori o problemi di questo tipo, se ci sono patologie autoimmuni; è una branca praticamente completamente nuova della scienza che si andrà ad aprire”.