Ospite a Lavori in corso, Matteo Salvini, Segretario della Lega, ha affrontato i temi più caldi questa campagna elettorale, partendo da un piccolo affondo al Governo Draghi, in relazione soprattutto ai tassisti e gli operatori balneari: “Qualcuno aveva una prospettiva della realtà, dei problemi e delle risorse del Paese un po’ diversa dal reale perché che i 40mila uomini e donne al volante siano un problema e carne da macello, alla mercé della prima multinazionale di turno, è abbastanza bizzarro.

L’8 agosto è scaduto il termine per la rottamazione delle rate non pagate nel 2021 e tanta gente, come da pronostico, non è riuscita nell’impresa. “Per ovvi motivi – secondo Salvini –. Con la pandemia, col negozio e la Partita Iva chiusi, è evidente che non tutti possano starci dietro. Ragione in più per insistere sulla pace fiscale, non solo sulla rateizzazione, ma proprio su una mega operazione di saldo e stralcio, quindi di rottamazione definitiva, altrimenti non ne veniamo più fuori. Lo Stato dovrebbe riscuotere più di 1000 miliardi di euro da italiani che non ce la faranno mai a pagarli, stiamo parlando di cartelle spesso di 10-12-13mila euro, non di milionari con lo yacht in Sardegna, quindi mi sembra un dovere, dopo la pandemia e con una guerra in corso, recuperare una parte di questa montagna di soldi che lo Stato incassa, così da liberare 15 milioni di italiani che hanno già ricevuto o riceveranno la maledetta busta verde, che quando te la trovi nella casella delle lettere ti fai il segno della croce”.

Nel programma della Lega si fa riferimento a una riforma fiscale integrale con l’introduzione di una flat tax al 15%. “A Sinistra qualcuno o è distratto o non capisce perché in questo momento già 2 milioni di lavoratori italiani hanno questo sistema fiscale: chi ha una Partita Iva può scegliere il regime fiscale del 15%, la flat tax appunto. Nel 2021 sono state aperte più di 500mila Partite Iva e di queste la metà ha scelto la flat tax al 15%. Teniamo presente che una nuova Partita Iva che apre domani paga solo il 5% per 5 anni se fattura fino a 65mila euro. Quindi non stiamo promettendo qualcosa di inesistente, semplicemente qualcosa che già funziona e dà lavoro a 2 milioni di Partite Iva. Vorremmo ampliarlo, alzando il tetto a 100mila euro e cominciando ad applicarlo anche ai lavoratori dipendenti e ai pensionati a più basso reddito. Quando il Sindaco di Milano o Enrico Letta scherzano sulla flat tax, ignorano che già esiste. Noi vogliamo estenderla perché l‘unico modo per combattere l’evasione fiscale non è l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza o le multe, bensì rendere conveniente e possibile pagare le tasse: se tu abbassi le pretese come Stato, vedi che alla gente non conviene più evadere; se poi uno continua a evadere, lo metti in galera”.

Intanto, il costo del gas è 10 volte superiore a quello che pagavamo nel 2019. “Qua i ragionamenti sono due: in attesa che l’Europa metta il tetto al prezzo del gas (ma mi sembra che se la stiano prendendo molto comoda), deve intervenire il Governo italiano, e può farlo quello che è ancora in carica: un tetto al prezzo del gas può essere fissato a livello nazionale perché altri Paesi lo hanno fatto, come intervenendo sulle tasse, sulle accise, che sono più della metà delle bollette. Anche perché qualcuno ci sta extra-guadagnando con questi extra-profitti: l’ENI nei primi sei mesi di quest’anno è passata dal miliardo di utile dell’anno scorso ai 7 miliardi di quest’anno. Rimettere in circolazione almeno una parte di questi extra-guadagni non è un’operazione sovietica, ma mi sembra un’operazione di giustizia sociale.

Inevitabile il riferimento alle giravolte politiche di questa campagna elettorale: “Poi qualcuno si domanda perché ci sono molti astenuti: se uno segue la telenovela di Calenda, quella di Renzi, Sandra e Raimondo Vianello al posto di Di Maio e Conte, è chiaro che a uno poi cade la poesia. Detto questo, nel Centrodestra ci sono differenze ma abbiamo trovato unità sul programma. In ogni caso, secondo me c’è quasi una campagna per spingere gli italiani a non votare, una campagna subdola ma a volte evidente, anche su grandi quotidiani nazionali”.