Mettiamoci un punto. Quello che la Roma ha preso contro la Fiorentina. Ma che punto è? Interrogativo, si potrebbe dire. Non un punto di partenza e neppure un punto di arrivo. Un punto che lascia più o meno le cose come stavano. 
Con il Milan in crisi, con la Lazio fermata a Ferrara, con il Toro lanciato, con l’Atalanta che deve ancora giocare.

Ma intanto è passata un’altra giornata e il tempo non gioca a favore della Roma. Che, tra l’altro, non sappiamo ancora di quale pasta sia fatta. Il miglioramento, rispetto alla gara con il Napoli, è stato quasi impercettibile. 
Non si può parlare di gran calcio, ma di un pizzico di orgoglio sì, come di una composizione tattica se non altro comprensibile: il quattro, due, tre uno, con il solo Dzeko in avanti. 
 

Il pareggio è giusto. La Fiorentina è partita meglio e ha finito peggio, proprio quando Pioli ha usato di più. Inserendo Chiesa, chiaramente non in condizione. Entrambe le squadre hanno dato il meglio in attacco e il peggio in difesa. La Roma, con i due gol presi dai viola, arriva addirittura a quota 45: decisamente troppi. Dove vuoi andare senza difesa? 
 Non ci sono bocciature clamorose tra i romanisti. I migliori Mirante (che ha tolto il posto a Olsen) e Zaniolo, che ha segnato di destro. Non male Perotti, Santon (infortunio muscolare numero 43) e Fazio. Kluivert ha fatto i due assist dei gol ed è qualcosa. Dzeko continua invano a cercare il gol. all’Olimpico. Nella Fiorentina i più bravi Pezzella e addirittura Gerson.

Roberto Renga