Caos e polemiche dopo l’organizzazione di un rave party nel pisano e più in particolare sulle colline della Valdera, a Tavolaia di Santa Maria a Monte. Da sabato sera circa 5mila persone, perlopiù di giovane età, hanno occupato una vasta area boschiva con auto, camper, tir e strumentazioni apposite per passare alcuni giorni tra musica e sostanze illegali. A partecipare al raduno illegale anche tantissime persone provenienti da altri Paesi d’Europa, soprattutto francesi.

La festa, con musica a tutto volume, preoccupa per l’ordine pubblico ma non solo. Oltre ad infastidire e non poco le famiglie residenti nelle zone limitrofe al bosco nel quale le migliaia di persone si sono radunate, c’è preoccupazione per la salute pubblica. Le 5mila persone, infatti, non rispettano assolutamente normative Covid come distanziamento, mascherine e altre misure che il Governo ha, da un anno e mezzo, raccomandato per evitare la diffusione del Virus. Ilaria Parrella, sindaco di Santa Maria a Monte, ne ha parlato a ‘Lavori in Corso’.

“La tranquillità della campagna toscana è proverbiale: immaginatevi cosa è successo con l’arrivo di tutte quelle persone. Abbiamo fatto un comitato di coordinamento e sicurezza: sono le forze dell’ordine che decidono gli interventi da fare per poter arginare la cosa. Parliamo di circa 5mila persone: uno sgombero, per la Questura, è difficile. Queste cose vanno contrastate e condannate: oltre a creare disagio sono brutte da vedersi. Si vedono persone di tutte le età che vanno allo sballo completo. Non si possono autorizzare cose del genere. Nel tavolo che abbiamo col prefetto dobbiamo capire quali possibilità abbiamo per poter affrontare il post rave anche dal punto di vista sanitario.

Credo che il Governo stesso debba pensare a questi eventi anche come Protezione Civile, per poter preventivamente rintracciare queste cose che si muovono non sui social ma su altri sistemi. Loro si sono ritrovati e in un’ora e mezza hanno invaso lo spazio con dei tir. Basta aprire questi tir e tutto è disponibile. Questi lo fanno di professione. Le famiglie si rivolgono a noi: non riescono a dormire, ci sono queste persone con la musica alta che vagabondano. Sono posti tranquilli qui, quasi non abbiamo neanche i cancelli. Secondo me andrebbe individuato il rave party come le esigenze da trattare non solo di ordine pubblico ma come Protezione Civile. Bisogna saperlo prima che arrivino e poi agire in maniera massiccia. Quando c’è già, ormai è tardi. Non so come si possa fare ma forse dare anche risorse”.