Recentemente un assedio mediatico si è scatenato contro Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera, per un approfondimento pubblicato su Corriere TV.
“Lo scandalo di Nature è passato nel dimenticatoio un po’ presto: Nature è una rivista scientifica circondata dal massimo rispetto negli ambienti accademici mondiali. Più di un anno fa ha pubblicato uno studio, un rapporto, che calcolava danni catastrofici del cambiamento climatico sulla economia mondiale. Molto di recente ha dovuto ritrattare quello studio ammettendo che era pieno zeppo di dati falsi, manipolati, truccati in modo da ingigantire per l’appunto i danni economici del cambiamento climatico”.
Curioso che, quando c’è un caso del genere, i dati “sbagliati” vadano sempre e solo verso una direzione. Ma Rampini va avanti:
“Autocritica benvenuta (quella di Nature, ndr), però sui media questa notizia ha avuto poco spazio, è stata liquidata frettolosamente e soprattutto non ha dato luogo a una riflessione adeguata su perché è stato possibile. È stato possibile perché alcune categorie di scienziati si sono trasformati col tempo in sacerdoti di una religione in omaggio alla quale si possono anche dire delle bugie, bugie a fin di bene per rieducare una umanità peccaminosa. Questo è lo spirito che anima alcuni scienziati, che in quanto tali diventano pseudo-scienziati, tradiscono il rigore scientifico perché pensano di avere una missione rieducatrice da inseguire, in nome della quale sacrificano la verità. È stato possibile lo scandalo di Nature anche perché c’è una parte del pubblico che desidera sentirsi dire che la fine del mondo è dietro l’angolo, adora le profezie apocalittiche e quindi non le sottopone ad alcun vaglio critico. Queste sono le condizioni che hanno reso possibile quello scandalo e probabilmente tanti altri di cui non si è mai parlato. Quando vogliamo sentirci dire che il mondo sta per crollare, allora quelle profezie sono musica soave per le nostre orecchie. La scienza non ha davvero niente a che vedere con tutto ciò”.
Frettolosamente alcuni operatori dei media online, rinominati pomposamente “fact checkers” che hanno la pretesa di ristabilire alcune verità quando ritenute fuorvianti, si sono precipitati a dire che Federico Rampini abbia travisato tutto.
Qual è l’opposizione all’interpretazione di Rampini? Che lo studio è stato ritirato per scelta dei suoi stessi autori. E quindi?
Curiosamente, la strategia è sempre la stessa: inserire nel titolo la smentita, dando l’impressione che la notizia sia quasi inventata, e “smentirla” con un articolo che di fatto non smentisce nulla.
A Un Giorno Speciale abbiamo commentato la notizia con Giorgio Bianchi, fotoreporter.










