La direzione arbitrale di Luca Pairetto in Lazio-Cremonese ha lasciato strascichi profondi, alimentando polemiche che vanno oltre i singoli episodi di campo. Tra rigori non concessi, decisioni controverse e un clima di crescente sfiducia, il post-gara si è trasformato in un processo aperto sull’operato arbitrale. Ma, come sottolineato da Luigi Salomone ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News, il problema della Lazio non si esaurisce nel fischietto: la partita di dicembre diventa lo specchio di una stagione sospesa tra errori arbitrali e scelte ancora tutte da chiarire.
Un arbitro in confusione e decisioni controverse
Salomone non usa mezzi termini nel descrivere la prestazione di Pairetto. “Ci sono stati sei episodi contestati, sei situazioni dubbie, e sembra che esista un nuovo regolamento: nel dubbio, date torto alla Lazio”. La sensazione è quella di un arbitraggio disorientato, capace di produrre decisioni inedite. “Abbiamo visto un fuorigioco sul rinvio del portiere, una cosa che non si era mai vista, con tutto lo stadio che fischiava mentre l’arbitro fermava il gioco”. Segnali, secondo Salomone, di una gestione che ha perso coerenza già nella lettura delle situazioni più elementari.
Episodi surreali e contropiedi cancellati
La confusione arbitrale raggiunge l’apice in un episodio emblematico. “Abbiamo visto la prima punizione per una scivolata di un giocatore su un compagno”, racconta Salomone, riferendosi all’intervento di Romagnoli che finisce per coinvolgere Cataldi. “Il genio dell’arbitro blocca un contropiede della Cremonese, perché nel frattempo il loro giocatore aveva preso palla e stava andando verso la porta”. Una sequenza che diventa simbolo di una direzione senza controllo: “Ha fatto delle cose che dimostrano che era in completa confusione”.
Dal campo al mercato: il vero problema della Lazio
Passata la rabbia per l’arbitraggio, per Salomone emerge un nodo ancora più delicato. “Il problema della Lazio, dopo due giorni, è un altro”. Il riferimento è al mercato, tra vincoli e interpretazioni regolamentari ancora incerte. “La struttura della Lazio sta lavorando, Fabiani sta lavorando, ma manca una cosa fondamentale: i soldi”. Senza un intervento diretto della proprietà, avverte, il rischio è di sprecare quanto costruito finora.
Il momento della verità per la società
Il giudizio finale è netto e va oltre la singola partita. “Questo è il momento della verità”, dice Salomone, ricordando che Sarri ha portato la Lazio “a Natale all’ottavo posto, a pochi punti dall’Europa, non per caso ma perché lo merita”. Intanto, osserva, “le altre squadre si stanno rafforzando”. Continuare a rimandare gli investimenti significherebbe lasciare l’allenatore con “oggettive difficoltà di organico” e trasformare una stagione promettente in un’occasione mancata.










