Il noto chef pluristellato Bottura ha recentemente dichiarato, non senza un certo orgoglio, di avere cucinato per tanti potenti ma di aver detto di no a Vladimir Putin. La notizia viene ripresa a caratteri cubitali da diversi quotidiani nazionali, i quali vogliono in tal guisa sottolineare il presunto eroismo esemplare dello chef pluristellato. Insomma, abbiamo a che fare con un nuovo barricadero stellato, che cucina per i padroni del mondo ma riesce, con indomito e inconciliato eroismo, a dire di no a Vladimir Putin, il perfido zar rossobruno, nemico giurato dell’Occidente a stelle e strisce. Con tutta evidenza la narrazione fa decisamente ridere e risulta anche involontariamente demenziale e tragicomica.
Tale narrazione è oltretutto emblematica del clima surreale nel quale ci troviamo, in un tempo in cui la rivoluzione viene presentata come il saper dire di no a Vladimir Putin, dicendo però – questo è il punto – di sì a Obama e a Biden, alla von der Leyen e alla Lagarde. Vi sarebbe da ridere se non vi fosse da piangere. Il nuovo profilo del rivoluzionario addomesticato e decaffeinato, così come viene presentato dai quotidiani più letti e soprattutto più venduti, coincide con lo chef stellato o forse, come sarebbe meglio dire, con lo chef a stelle e strisce. Come sempre il potere controlla non solo il consenso ma anche il dissenso, e celebra come rivoluzionari coloro i quali, in ultima istanza, risultano organici all’ordine dominante tanto quanto i portatori del consenso.
Non chiamatelo rivoluzionario
Lo chef pluristellato Bottura resta, ça va sans dire, uno dei migliori cuochi sulla faccia della terra; non abbiamo motivo per dubitarne. Ma non chiamatelo rivoluzionario, per cortesia. Rivoluzionario forse ai fornelli, ma nel non preparare il pranzo a Vladimir Putin – preparandolo però devotamente agli altri potenti della terra vicini a Washington – egli risulta perfettamente allineato all’ordine dominante della globalizzazione a stelle e strisce, rectius, della anglobalizzazione.
Se proprio vogliamo scomodarci a cercare veri eroi rivoluzionari, dobbiamo ravvisarli in coloro i quali si oppongano all’ordine dominante della globalizzazione a stelle e strisce. Voglio dire quanti sappiano dire di no al potere oggi egemonico nel quadro di un Occidente, che meglio sarebbe definire Uccidente liberale atlantista, e che non perde occasione per rivelarsi la principale contraddizione del pianeta oggi esistente, con la sua libido dominandi, con il suo imperialismo planetario e con la sua dinamica di cupio dissolvi. L’Occidente oggi è il problema, non certo la soluzione.










