Il reddito reale pro capite delle famiglie italiane è diminuito del 4% tra il 2004 e il 2024, cioè in 20 anni il reddito reale è sceso, rendendo l’Italia insieme alla Grecia, col -5%, l’unico paese dell’Unione Europea a chiudere il periodo in rosso. Quindi, come io vi dicevo, avevo ragione: l’Italia ci perde nell’Unione Europea. Questo calo certifica un problema strutturale.
Infatti, la media dell’Unione Europea, nello stesso ventennio, è invece segnata da un aumento del 22%. Quindi noi siamo a -4%, gli altri a un +22%, vuol dire che noi abbiamo perso oltre un quarto del reddito rispetto alle opportunità degli altri. Le performance migliori però sono state dei Paesi dell’Est europeo come la Romania, la Lituania, la Polonia, molto meglio rispetto ad economie occidentali ed europee come le classiche Germania e Francia.
Le cause dell’anomalia italiana
L’Italia, insomma, ha completamente perso il treno della crescita reale a partire dai primi anni 2000 e questo forse è il dato che deve fare riflettere: non è mai riuscita, come altri Paesi, ad agganciare il trend di crescita, nemmeno dopo il Covid, con regole di bilancio europee più flessibili, nell’interesse della Francia e della Germania, naturalmente, non certo nostro. Questa anomalia italiana riflette quindi un mix di bassa crescita, di produttività ferma, un mercato del lavoro debole caratterizzato da precarietà e part-time involontario e una maggiore vulnerabilità agli shock inflazionistici causato dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Insomma, l’Italia resta davvero uno dei pochissimi Paesi europei in cui il potere d’acquisto, depurato dall’inflazione, è più basso oggi rispetto a 20 anni fa. Cioè siamo più poveri. Evidentemente ciò che è mancato è stata, secondo alcuni, una visione strutturale di lungo periodo orientata a una crescita sistemica. Secondo me, invece, dipende dal fatto che noi erroneamente siamo entrati nell’Unione Europea e abbiamo supinamente, con i nostri governanti, accettato le regole assurde, burocratiche, antidemocratiche imposte dall’Unione Europea. I dati parlano chiaro: siamo più poveri. E lo scopo fondamentale di un governante è quello di fare stare meglio i propri cittadini, non i conti di bilancio e i burocrati. Quindi è stato un errore strategico.
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