
Una delle tasse più odiate dagli italiani potrebbe essere ‘scavalcata’ con questa strategia del tutto legale: ecco come fare.
Sono diverse le tasse obbligatorie che fanno infuriare gli italiani ogni anno. Le imposte richieste dallo Stato che sicuramente diventano una spesa onerosa e non proprio felice per moltissime famiglie.

Tra le più discusse spicca l’IMU, ovvero la Imposta municipale unica. Si tratta della arcinota tassa comunale che riguarda le proprietà immobiliari. In particolare sono obbligati a saldare l’IMU tutti i soggetti che vantano più di un immobile di appartenenza, facendo accumulo con l’IRPEF, vale a dire l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
A breve scadrà la rata su questa imposta patrimoniale, che va pagata ogni anno. Ma non manca la possibilità di essere esentati dal saldo dell’IMU, opzioni riguardanti anche il possesso di una seconda casa, quella di cui il proprietario non ha residenza. Delle eccezioni non comuni ma comunque possibili che vi faranno risparmiare centinaia di euro.
Non pagare l’IMU sulla seconda casa è possibile: ecco la strategia per l’esenzione
Dal 2022 la Corte Costituzionale ha espresso una modifica riguardante il pagamento dell’IMU per determinate famiglie, interpretando diversamente la norma e stabilendo che basta una sola ricevuta per non dover saldare l’imposta patrimoniale.

Ciò significa che una coppia sposata, o unita civilmente, può godere dell’esenzione dall’IMU su una delle due o più abitazioni. Come? Bisogna dimostrare che la coppia in questione vive in due residenze diverse. Precedentemente l’imposta andava pagata comunque, anche se la seconda casa era abitata effettivamente da uno dei due coniugi.
Oggi ai coniugi ed alle coppie conviventi, è riconosciuta l’esenzione per entrambe le case, a condizione che ciascun membro della coppia abbia residenza e dimora effettiva in una delle due abitazioni. Non basta spostare la residenza per avere diritto all’esenzione, ma bisogna dare prova di vivere anche nel secondo immobile. In questo modo i coniugi possono beneficiare dell’esenzione dell’IMU sulla prima casa, ma anche sulla seconda perché entrambi gli immobili sono considerati abitazione principale.
Ovviamente urge provare che entrambe le dimore siano effettivamente abitate usualmente. Per farlo bisogna fornire al Comune dei documenti necessari: ad esempio la scelta del medico di base che sia in prossimità dell’indirizzo della seconda casa. Oppure rendicontare le bollette e le utenze domestiche, come prova che la casa è realmente sfruttata e abitata. Una volta approvata tale situazione, scatterà l’esenzione automatica dell’IMU sulla seconda casa.









