Che bilancio si può fare a circa un anno dall’elezione del Presidente americano Donald Trump?
Si può dire che le valutazioni catastrofiche che erano state fatte sull’economia americana non si sono verificate. L’economia non è crollata più di quanto non fossero i trend sotto l’amministrazione precedente e anche i mercati finanziari non hanno subito quel tracollo che molti avevano previsto. Anzi, hanno resistito e, nella seconda metà dell’anno, hanno mostrato un trend rialzista. Questo è stato particolarmente evidente per quanto riguarda i cosiddetti Treasuries, ovvero i mercati obbligazionari.
E perché è successo tutto questo?
Perché la situazione complessiva di elevato debito e instabilità, percepita dai mercati finanziari, non è una questione esclusivamente americana, ma è un fenomeno globale. Trump è uno degli attori in scena, ma sicuramente non il principale responsabile di queste dinamiche. Gli Stati Uniti restano, anche con l’amministrazione Trump, l’opzione meno rischiosa per gli investitori, considerati i loro mercati finanziari come una delle alternative “meno peggiori” in un contesto globale di incertezze diffuse.
Per quanto riguarda l’effetto dei dazi, le aziende europee stanno affrontando le tariffe statunitensi in modo più efficace di quanto previsto inizialmente. Pertanto, si prevede un trend rialzista con molta prudenza anche per il 2026.
Per quanto riguarda il mercato azionario dopo la rielezione di Trump, in particolare il boom e la crescita che si sono registrati, questi sono stati principalmente alimentati dall’euforia attorno all’intelligenza artificiale e alle grandi aziende tecnologiche.
Lavorando come consulente strategico per aziende che operano nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, posso dire che molte di esse sono convinte che, prima o poi, la “bolla” sul settore tecnologico e sull’IA finirà per sgonfiarsi, e probabilmente in tempi relativamente brevi.
A ciò si aggiunge una certa debolezza del dollaro statunitense, che erode i rendimenti per i creditori esteri che detengono, ricordiamolo, circa il 30% del debito pubblico degli Stati Uniti. Nonostante questo, c’è comunque una certa stabilità finanziaria, anche se è importante sottolineare che molte di queste dinamiche erano già in atto prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca.
Morale della favola: credo che l’Europa debba sviluppare una visione politica basata sulla pace, sulla serenità, sugli investimenti nelle piccole e medie imprese e su una vera democrazia. Inoltre, dovrebbe smettere di attribuire la colpa degli insuccessi agli altri.











