Ecco cosa è accaduto a Jannik Sinner dopo la pesante sconfitta: indicazioni diverse e nuove strategie che lo hanno portato a rinascere.

Jannik Sinner ad oggi è uno dei tennisti più forti del circuito ATP. Forse non il migliore, almeno secondo i risultati dell’ultima stagione, visto che il suo rivale Carlos Alcaraz è riuscito a scavalcarlo nel ranking ed a batterlo in quattro finali negli ultimi mesi.

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Sconfitta Sinner, tutto ribaltato nel circuito Atp: da non credere (Lapresse) – radioradio.it

Ma è sempre notevole la condizione atletica ed il ritmo che Sinner impone ai suoi avversari, senza parlare dei colpi da fuoriclasse assoluto. Il classe 2001 quando inizia un torneo, a meno che non venga frenato da problemi muscolari, arriva quasi sempre fino in fondo, avendo pochissima concorrenza reale.

Persino sua maestà Novak Djokovic, negli ultimi confronti diretti con Sinner, ha dovuto arrancare totalmente. L’ultimo esempio è arrivato a Riyadh, durante il match di semifinale del Six Kings Slam. Jannik ha annichilito l’ex numero 1 al mondo con una prova perfetta, mentre Nole si è dovuto arrendere sportivamente e con il sorriso sulle labbra, vista la stima che nutre nei confronti dell’azzurro.

Djokovic e quei consigli a Sinner che gli hanno cambiato la carriera

Proprio Djokovic ha avuto un ruolo importante nella crescita di Jannik Sinner come tennista ad alti livelli. I due non hanno mai collaborato da vicino, ma si sono sempre incrociati nei vari tornei del circuito. Eppure, un aneddoto riguardante il serbo, fa capire come i suoi consigli siano stati importanti.

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Djokovic e quei consigli a Sinner che gli hanno cambiato la carriera (Lapresse) – radioradio.it

Un retroscena raccontato da Darren Cahill, coach di Sinner, che all’interno del podcast tennistico tenuto da Andy Roddick ha voluto dare merito a Djokovic, che dopo la bruciante sconfitta di Jannik a Wimbledon nel 2022 al quinto set si fermò a parlare con il tecnico di quali colpi avrebbe dovuto migliorare l’allora 21enne tennista italiano.

“Mi disse: ‘Buona fortuna per il lavoro con lui. Sì, colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro al campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio’. Mi ha passato in rassegna tutto il suo gioco, l’ha analizzato a fondo. Non è che ci abbia rivelato qualcosa che non sapessimo già, erano cose che stavamo cercando di cambiare“.

Djokovic ha ricordato i consigli a Sinner e con grande naturalezza ha ammesso che per un atleta esperto come lui fosse giusto fare da ‘mentore’ per i giovani: L’ho fatto perché è una cosa naturale, è logico per me. Se qualcuno mi chiede qualcosa, devo essere sincero. Ovviamente capisco che altri forse non vogliono condividere, però per me è un piacere. Nessuno fece con me quando ero giovane ciò che io ho fatto per Jannik”.