Nulla di fatto in relazione al vertice dell’Alaska tra Putin, presidente russo, e Trump, presidente della civiltà del dollaro.

Non si è trovato l’accordo su Kiev, come d’altro canto sembrava plausibile dovesse accadere fin da principio. Trump ha comunque assicurato che vi sono stati grandi progressi e ha altresì dichiarato che sentirà Zelensky al telefono. Dichiarazione, quest’ultima, che suona inavvertitamente comica, dato che il guitto di Kiev è stato tenuto ai margini dalle trattative. Comunque va detto che Trump ha poi davvero chiamato Zelensky al telefono, spiegandogli quali sono le richieste di Putin e, come è noto, incontrerà oggi stesso lo stesso Zelensky.

Putin non ha perso occasione per rivolgersi criticamente all’Europa. L’ha esortata a non ostacolare la pace, come evidentemente, dal suo punto di vista, sta facendo nella misura in cui seguita a supportare stoltamente le irragionevoli ragioni del guitto di Kiev, l’attore Nato Zelensky.

Una guerra a due, con l’Europa fuori dai giochi

A ogni modo, il vertice in Alaska con Putin e Trump rivela alcune cose interessanti su cui desideriamo richiamare l’attenzione. Primo punto: questa, fin dall’inizio, è stata la guerra tra USA e Russia, tant’è che adesso, al tavolo delle trattative, troviamo appunto Trump e Putin, non certo l’Ucraina e nemmeno l’Europa. Secondo punto: l’Ucraina ha già perso la guerra e dovrà subire, come prevedibile, le decisioni altrui. Terzo punto: la Russia, come prevedibile, non è stata sconfitta e anzi, più forte che mai, può ora dettare le condizioni. Quarto punto: gli Stati Uniti d’America hanno finalmente capito, meglio tardi che mai, di non poter sconfiggere la Russia e di dover anzi scendere a compromessi con essa. Quinto punto: Trump, decisamente meno ottuso dell’arcobalenico e vegliardo Biden, prova a uscirne dignitosamente dialogando con Putin. Ha capito di non poterlo sconfiggere e che quindi gli conviene provare a parlare con Putin per trovare una soluzione.

Insomma, tutta un’altra storia rispetto a quella che da anni ci raccontano con zelo gli autoproclamati “professionisti dell’informazione” politicamente e geopoliticamente corretta. Sia quel che sia, vedremo gli sviluppi di questa situazione. Ma è chiaro fin da ora, come era prevedibile, che gli sconfitti sono certamente l’Ucraina del guitto di Kiev e l’Europa sempre più ai margini, sempre più incapace di contare, sempre più ridotta e svilita a rango di semplice colonia alle dipendenze della civiltà del dollaro. La Russia, per parte sua, può davvero dirsi trionfante.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano | Con Diego Fusaro