Il prossimo sarà un ferragosto dall’importanza campale per il destino politico di tutto il mondo. L’incontro previsto in Alaska fra il presidente americano Donald Trump e il suo corrispettivo russo Vladimir Putin rappresenta infatti uno snodo cruciale per ciò che concerne il duro conflitto in Ucraina. Da tre anni e mezzo, infatti, l’est Europa si è trasformato in un cruento (e crudele) campo di battaglia, senza esclusioni di colpi. E soprattutto, tristemente, senza alcun segno di cedimento.

La speranza generale, ovviamente, è che l’ennesimo colloquio fra i due capi di stato possa portare finalmente a un accordo, portando alla fine della guerra e alla nascita di un nuovo equilibrio tanto globalmente come (e forse soprattutto) nel vecchio continente. Tuttavia, alla luce dell’immenso numero di interessi e di attori coinvolti, non solo la metafora della ‘fredda’ trattativa commerciale diventa calzante. Ma anzi, data la sua complessità, rende difficile immaginare una sua conclusione positiva (almeno nell’immeditato).

Trump-Putin | Sostegno totale dell’UE a Kiev. Kallas: “Tutti i territori temporaneamente occupati devono restare all’Ucraina”

Da una parte, infatti, c’è un’Europa che già da tempo, tanto mediaticamente come nel concreto (si pensi al piano finanziario “ReArm Europe”) ha manifestato una totale intransigenza nei confronti del conflitto russo-ucraino, contestando ogni possibile compromesso territoriale o di qualunque tipo in favore della federazione eurasiatica. Questo, andando incontro anche a una serie di dissidi importanti con il leader statunitense Trump che, seppur in modo ondivago, ha sempre avuto un approccio decisamente più accomodante nei confronti di Putin.

In vista del meeting del 15 agosto, la posizione del Vecchio Continente si è tutto fuorché ammorbidita. In una dichiarazione congiunta, i leader di Francia, Italia, Germania, Polonia, Finlandia e UE hanno ribadito il loro “incrollabile impegno per l’integrità territoriale dell’Ucraina” e hanno fatto appello a “fare pressione su Mosca” con “misure restrittive“. Direzione confermata anche dall’Alto Rappresentante dell’UE Kaja Kallas, che convocando per oggi una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Unione, ha ribadito che tutti i territori temporaneamente occupati (dai russi ndr) appartengono all’Ucraina“.

Ad est dell’Atlantico, dunque, non si accetta minimamente la possibilità di venire incontro alla richiesta di Putin, che Bruxelles definisce a “senso unico“.

Medvedev: “Gli euroimbecilli cercano di ostacolare i tentativi di risolvere il conflitto ucraino”. Zakharova: “Volantino nazista”

Dall’altra parte, com’era presumibile, non si è fatta attendere la reazione furiosa dei più alti esponenti russi. “Gli euroimbecilli cercano di ostacolare i tentativi americani di aiutare a risolvere il conflitto ucraino” ha affermato Dmitrij Medvedev, Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa e ‘delfino’ di Vladimir Putin.

Altrettanto dura è la stata la risposta della portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova, che ha definito il memorandum europeo come un “volantino nazista. Nella dichiarazione congiunta, ha sottolineato, il gruppo di Paesi europei “invita a un cessate il fuoco, ma non quello che si otterrebbe interrompendo le forniture di armi ai terroristi di Kiev. Al contrario, in un altro volantino nazista si afferma che il successo nel raggiungere la pace in Ucraina si può ottenere solo esercitando pressione sulla Russia e sostenendo Kiev“, ha aggiunto la portavoce in un commento sul suo canale Telegram.

Incontro Trump-Putin | J.D. Vance: “Necessari dei compromessi. Alla fine l’accordo non renderà felici né la Russia né l’Ucraina”

Nel mezzo, poi, ecco gli Stati Uniti d’America. Forse il vero ago della bilancia di questa situazione (per fortuna o purtroppo, in base a come la si voglia vedere). Fare previsioni concrete su quello che uscirà fuori dal colloquio in Alaska è pressoché impossibile. Tuttavia, già in passato il presidente Trump aveva paventato la possibilità di “scambi di territori” per arrivare a un accordo. Approccio confermato anche dal suo vice J.D. Vance, che in un’intervista rilasciata nelle ultime ore ha ribadito la necessità “di giungere a un compromesso che, alla fine, scontenterà sia Russia che Ucraina“.

Senza dare alcun giudizio nel merito, ma limitandosi solamente ad elencare e studiare tanto gli attori in campo così come le loro diverse posizioni, è inevitabile non essere particolarmente ottimisti. Il quadro è estremamente complesso, forse troppo per pensare già a una risoluzione definitiva. In tal senso, una speranza più realistica può essere quella di un primo passo “interlocutorio”, ma concreto, verso la pace.

Al momento, stando alle ultime indiscrezioni, il presidente ucraino Zelensky non dovrebbe prendere parte all’incontro. All’interno dell’alveo istituzionale a stelle e strisce i pareri a riguardo sono discordanti. Secondo quanto dichiarato alla CNN, per l’ambasciatore americano della NATO Matthew Whitaker “un incontro trilaterale sarebbe effettivamente possibile“. “Non credo che un incontro tra Putin e Zelensky sarebbe produttivo prima dell’incontro con Trump”, ha dichiarato invece lo stesso Vance.

Anche qui, visioni e idee molto diverse. Cosa accadrà? Battisti cantava “lo scopriremo solo vivendo”. Certo, le premesse sono complesse. e purtroppo, nemmeno così buone.