Il bilancio del raid russo su Kiev, avvenuto nella notte, continua a salire. Secondo le autorità ucraine sono almeno 14 i morti accertati, mentre una decina di persone risulta ancora dispersa. Tra le vittime ci sono anche tre minori di 2, 14 e 17 anni, dettaglio che sottolinea la gravità e la crudeltà dell’attacco.

Il capo dell’amministrazione militare della capitale, Tymur Tkachenko, ha spiegato che la città è stata colpita da più direzioni con un’ondata mista di droni Shahed di fabbricazione iraniana, droni esca, missili da crociera e i più sofisticati missili ipersonici Kinzhal.

La notte di sangue a Kiev, dunque, non solo ha lasciato un pesantissimo bilancio umano, ma ha anche evidenziato come la guerra sia entrata in una fase sempre più complessa, in cui i bombardamenti, le manovre di terra e le trattative internazionali corrono su binari paralleli e, al momento, inconciliabili.

Ipotesi Trump

Secondo il Financial Times, Donald Trump sarebbe disposto a garantire a Kiev il supporto dell’intelligence e della difesa aerea statunitense nell’eventualità di un accordo di tregua, ma solo all’interno di un piano di sicurezza coordinato dall’Unione europea. Da Mosca, intanto, arriva la conferma del rifiuto a qualsiasi dispiegamento di truppe europee in Ucraina.