Il governo tedesco ha approvato un nuovo piano finanziario che cambia radicalmente l’orientamento tradizionale del Paese sul debito pubblico. Al centro della manovra, un aumento massiccio della spesa militare, sostenuto da nuove emissioni di Bund. Le conseguenze si preannunciano rilevanti per l’intera Eurozona, sia sul piano economico che su quello politico.

Una svolta nella politica economica tedesca

Il governo guidato dal cancelliere Merz ha varato un bilancio e un piano finanziario a medio termine che segnano un cambiamento epocale. La Germania prevede di emettere circa 500 miliardi di euro di nuovo debito entro il 2029, al fine di incrementare la spesa militare del 70%, portandola a 162 miliardi di euro. Questa manovra rappresenta un netto allontanamento dalla tradizionale politica tedesca di contenimento del deficit, scavalcando di fatto il freno al debito introdotto durante l’era Merkel.

Un rischio sistemico per l’Eurozona

Secondo diversi esperti, una tale ondata di emissione da parte della Germania cambierà il paradigma del mercato del debito pubblico europeo. Senza un intervento della Banca Centrale Europea, il mercato diventerà più competitivo, con i Bund tedeschi, percepiti come asset privi di rischio, che potrebbero attirare la maggior parte della domanda degli investitori.

Crowding out e pressione sui Paesi periferici

L’aumento dell’offerta di titoli tedeschi potrebbe causare un effetto di crowding out per Paesi come Italia, Spagna e Francia, con un conseguente aumento dei rendimenti sui loro titoli. Le banche e le assicurazioni, attratte dai Bund in quanto strumenti più sicuri, sposteranno le loro preferenze, aggravando ulteriormente la frammentazione finanziaria dell’Eurozona.

Il paradosso del rigore europeo

Paradossalmente, proprio la Germania — da sempre promotrice del rigore di bilancio — si trova ora a mettere in crisi l’Unione Europea, fondata su un patto franco-tedesco ormai in difficoltà. Per anni si è impedito l’uso del debito per scuole, sanità, famiglie e lavoro, ma oggi lo si legittima per finanziare la difesa militare. Questo scenario potrebbe costringere la BCE a riprendere gli acquisti di bond dei Paesi periferici, nel tentativo di stabilizzare un sistema che mostra segnali crescenti di tensione e instabilità.