Smontiamo tutti i falsi miti che vi hanno raccontato sulla strategia economica di Trump

La strategia economica dell’amministrazione Trump

Il ministro del Tesoro americano, Scott Bessent, descrive la strategia economica del presidente Donald Trump come un insieme coerente di dazi, tagli fiscali e deregolamentazione, con l’obiettivo di favorire l’economia reale. Secondo Bessent, queste politiche mirano a ristabilire l’equilibrio economico a vantaggio delle classi medie e lavoratrici, tradizionalmente penalizzate dalla precedente fase economica dominata dalla globalizzazione e dal neoliberalismo.

Wall Street e l’economia reale

Bessent sottolinea un dato significativo: Wall Street ha incrementato il proprio valore del 5.500% dal 1980. Tuttavia, questa straordinaria crescita non si è tradotta in un analogo aumento del reddito delle famiglie americane. È quindi giunto il momento, secondo lui, di garantire che anche i cittadini comuni possano partecipare a questa prosperità economica. Il programma economico di Trump intende proprio affrontare questa disconnessione, correggendo gli squilibri causati, tra le altre cose, dall’ingresso della Cina nel commercio globale tramite il WTO nel 2001, che ha portato alla perdita di 3,7 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti.

Le tre fasi della strategia Trump

La strategia economica di Trump si articola in tre fasi principali: la prima è la rinegoziazione del commercio globale attraverso l’imposizione di dazi doganali; la seconda è la permanenza dei tagli fiscali, e la terza consiste nella deregolamentazione dell’economia. I dazi vengono presentati come barriere commerciali con la funzione di riportare i posti di lavoro manifatturieri negli Stati Uniti. In questo contesto si parla sempre più di reshoring, ovvero del ritorno delle catene produttive e logistiche in Occidente. Le riforme fiscali mirano a migliorare la qualità della vita degli americani, in particolare dei lavoratori delle piccole imprese, mentre la deregolamentazione punta a stimolare la ricostruzione industriale e ad alleggerire i vincoli che pesano sulle banche.

Riflessioni sulle politiche economiche recenti

Personalmente, ritengo che queste tre linee guida — reshoring, riduzione della pressione fiscale e deregolamentazione — siano temi cruciali. Ne ho parlato anche durante un convegno in Senato, dove sono intervenuto come relatore pochi giorni fa. Inoltre, credo che sia altrettanto importante discutere della redistribuzione del reddito. Prima di respingere in blocco queste politiche, è fondamentale comprendere da dove veniamo e quali effetti abbiano avuto le politiche economiche degli ultimi 30-40 anni. A mio avviso, esse non hanno prodotto prosperità né negli Stati Uniti né, tantomeno, in Europa.