Alemanno, parla il suo avvocato ▷ “Non c’entra nulla con Mafia Capitale. La lettera a Nordio è un gran gesto”

Venerdì scorso, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha indirizzato una lettera al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il tema centrale è stato quello della grave situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane.

Si tratta di una questione su cui Nordio si è espresso più volte da quando è entrato in carica, circa due anni e mezzo fa. Ma fino ad ora il governo non ha intrapreso ancora azioni concrete. Alemanno è coinvolto in prima persona nel problema. Dal 31 dicembre scorso è infatti detenuto nel carcere romano di Rebibbia, dove sta scontando una condanna a 1 anno e 10 mesi. La sentenza ha confermato l’accusa finanziamento illecito e traffico di influenze, nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come “Mafia Capitale”.

I contenuti della lettera

La lettera, firmata anche da Fabio Falbo (un altro detenuto), descrive il sovraffollamento come una condizione “insostenibile e contraria ai dettati costituzionali. Ma soprattutto avanza una serie di proposte per diminuire il numero dei detenuti, e migliorare le condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie.

Tra le misure suggerite vi è l’introduzione di una norma che renda automatico lo sconto del 10% della pena previsto per chi è recluso in carceri sovraffollate. Attualmente questo beneficio viene concesso solo su richiesta individuale. E spesso viene respinto dagli Uffici di sorveglianza: gli organi competenti per valutare l’esecuzione della pena, i benefici e le misure alternative.

Secondo l’ex sindaco, affrontare questi nodi semplificherebbe il lavoro della magistratura di sorveglianza. Questo perché contribuirebbe a ridurre “il carico di lavoro e quindi i ritardi e i dinieghi spesso incomprensibili”, con più efficacia rispetto a soluzioni più “drastiche” come l’amnistia o l’indulto.

Attualmente, le carceri italiane ospitano ancora circa diecimila detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Un numero che sale a quasi sedicimila se si considerano anche le celle non utilizzabili a causa di guasti o lavori di ristrutturazione.

Alemanno, il Papa e il riferimento alla Costituzione

Nel finale della lettera, Alemanno ha richiamato l’attenzione sull’impegno di papa Francesco nei confronti dei detenuti. E ha citato l’articolo 27 della Costituzione italiana, che stabilisce la funzione rieducativa della pena.

Le persone detenute sono un pezzo della società e sono un pezzo vulnerabile della stessa, come tante volte ci ha ricordato il compianto Papa Francesco. Compiere un atto di riconoscimento delle condizioni insostenibili in cui vivono queste persone non vuol dire cedere a una tentazione permissiva contraria al principio della certezza della pena. Significa solo compiere una necessaria conciliazione tra questo principio e quello della finalità rieducativa della pena previsto dall’art. 27 della nostra Costituzione“.

Caplanica (avvocato di Alemanno): “La lettera rappresenta forse la sua attività politica più importante”

In diretta su “Lavori in Corso”, con Stefano Molinari, l’avvocato dell’ex sindaco di Roma Cesare Placanica ha parlato della situazione del suo assistito.

Alemanno è stato processato da solo, non dentro Mafia Capitale. Non ha mai avuto la contestazione di mafia. La stessa Procura ha archiviato l’accusa. In realtà si parla più propriamente di corruzione, e più nello specifico di traffico di influenze: la ‘vecchia raccomandazione‘”.

Sulla lettera inviata al Ministro Nordio: “Si tratta di un’opera davvero meritoria. Sta facendo forse l’attività politica più importante della sua vita. Il testo è intriso di una visione oggettiva, laica, piena di proposte giuste. Non c’è alcun riferimento alla sua vicenda personale. Anche i politici dovrebbero tenerlo in forte considerazione“.

ASCOLTA L’INTERVENTO PER INTERO SU “LAVORI IN CORSO” – CON STEFANO MOLINARI