La Corte Costituzionale rumena ha emesso una decisione definitiva e irrevocabile: Călin Georgescu non potrà presentarsi come candidato alle prossime elezioni presidenziali in Romania. La Corte ha fatto il bis e costretto l’ormai ex candidato spalle al muro, nessun altro ricorso sarà possibile, suggellando l’impossibilità per lui di correre per le nazionali.
Il candidato “filorusso” ha sostenuto che la decisione dell’Ufficio elettorale centrale dovrebbe essere invalidata dal momento che mancavano le condizioni legali che “non sono state rispettate”, ma a nulla è servito.
Ora il Partito AUR deve prendere una decisione: George Simion ha dichiarato di aspettare che Georgescu indichi quale strada seguire, ma al momento c’è poco di chiaro. Târziu, il presidente del Consiglio nazionale dell’AUR, ha dichiarato che il partito metterà in prima linea chiunque ritenga necessario per vincere, ma la macchia resta indelebile.
Georgescu viene squalificato dalle elezioni di maggio per presunti favoreggiamenti dalla piattaforma TikTok mai dimostrati.
“In Romania, se non vincono quelli che vogliono loro, parlo del gruppo di potere dello Stato profondo che governa ancora l’Europa, la democrazia non vale”, commenta ai nostri microfoni il coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare Marco Rizzo: “Georgescu prima ha vinto, poi hanno annullato le elezioni, poi lo hanno arrestato, poi adesso si è ricandidato e non lo fanno candidare, ma cosa pensano? Di fermare la volontà del popolo rumeno?”.
E’ proprio questo che differenzierà la sua piazza “per la pace” da quella di Michele Serra sabato a Roma, “per quanto concerne il discorso della Russia, spesso mi dicono che in Russia uccidono i giornalisti, ho spiegato che a me non piace dove uccidono i giornalisti, ma non mi piace neanche dove fanno gli attentati ai presidenti, perché nell’Occidente hanno fatto l’attentato al Premier Fico, giusto? Poi hanno fatto l’attentato alla scorta di Orban. Poi hanno fatto l’attentato a Trump, e l’altro giorno hanno di nuovo provato, hanno trovato un uomo armato vicino la Casa Bianca, forse stanno facendo delle prove per saggiare il livello di sicurezza.
Paura che la scure possa ricadere su di me? A 65 anni non ho proprio paura di niente. Ma detto questo, non sono mai stato tanto filo americano.
Se oggi mi dovessero accusare di essere filo qualcosa, sono filo americano. Perché quello che sta facendo Trump è una rivoluzione alla politica. Intanto fa quello che dice, e vi assicuro che è una novità, perlomeno per la politica degli ultimi 30 anni. E poi lavora per la pace: guardate, chi lavora per la pace sta con Rizzo. O meglio, Rizzo sta con chi lavora per la pace, non posso fare il paragone con Trump perché io sono un nano e quello è un gigante.
Noto che su Trump si sta scatenando davvero una bufera del mainstream nostrano, vedo la Maggioni che è stata Pesidente della Rai, la quale ha fatto due trasmissioni la domenica solo contro Trump e gli Stati Uniti, perché addirittura adesso hanno tirato fuori che gli Stati Uniti hanno fatto pagare i debiti di guerra della seconda guerra mondiale alla Gran Bretagna e che li avrebbe finiti di pagare nel 2006, chi non la conosce questa notizia? La Maggioni ha dichiarato di non conoscerla neanche lei, allora perché non lo hanno detto nel 2007? Lo dicono oggi”.