Oggi voglio parlarvi di una notizia riportata sui principali giornali economici: la BCE ha registrato una perdita record di 7,9 miliardi di euro nel 2024, con la possibilità di ulteriori risultati negativi nei prossimi anni. Secondo Christine Lagarde, però, questa situazione non avrà impatti né sulle tasse né sulla politica monetaria. Vale la pena sottolineare che la presidente della BCE percepisce uno stipendio di 466.000 euro l’anno, giusto per completezza d’informazione.
La BCE ha chiuso il 2024 con un rosso di 7,9 miliardi, una cifra decisamente significativa. Parliamo di una perdita simile a quella dell’anno precedente, pari a 7,89 miliardi, segno di un trend preoccupante. Il fondo rischi, che in passato aveva attutito il deficit riducendolo a 1,27 miliardi, ora è stato completamente azzerato. Di conseguenza, l’intera perdita rimarrà nel bilancio della Banca Centrale Europea e non ci sarà distribuzione di utili alle banche centrali nazionali, che partecipano al capitale della BCE.
Il bilancio complessivo della BCE è sceso da 673 miliardi a 641 miliardi, mentre quello dell’Eurosistema, che include anche le banche centrali nazionali, è calato da circa 6.800 miliardi a 6.400 miliardi. Le cause principali di queste perdite vanno ricercate nelle politiche monetarie post-2015, quando la BCE ha acquistato titoli per stimolare l’inflazione, espandendo il proprio bilancio. Tuttavia, il rialzo dei tassi tra il 2022 e il 2023 ha aumentato i costi per le passività, mentre gli attivi, composti principalmente da titoli a tasso fisso, hanno generato rendimenti inferiori.
Gli interessi passivi sulle passività della BCE sono aumentati considerevolmente, ma nonostante le perdite, l’istituto centrale mantiene una solidità finanziaria con 59 miliardi di capitale e conti di rivalutazione, mentre le riserve auree sono cresciute di 10 miliardi, arrivando a 61 miliardi. Nel frattempo, le spese di vigilanza bancaria sono aumentate, passando da 654 milioni a 681 milioni all’anno.
Christine Lagarde ha guidato la BCE in una politica che ha generato miliardi di perdite, e secondo Milano Finanza, il suo stipendio è salito a 466.000 euro l’anno, nonostante questi risultati. La riflessione finale è semplice: quando il conto viene pagato da cittadini e imprese, l’incompetenza non è più solo una questione di scelte politiche, ma diventa un costo reale per tutti.
Beh, io ve lo dicevo: togliere le banche centrali dalla politica ha un prezzo, e ora lo stiamo pagando.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi