Parola agli imprenditori italiani: “Ecco il nostro vero problema” ▷ L’intervista di Valerio Malvezzi

L’intervista di Valerio Malvezzi all’imprenditore Maurizio Pastorelli

Cosa è cambiato nel fare l’imprenditore tra la generazione che ti ha preceduto e la tua e quella che invece verrà dopo di te?

Spero che il filo conduttore rimanga sempre lo stesso: non solo l’interesse economico, ma il benessere comune dell’azienda, nel rispetto delle famiglie coinvolte, comprese quelle dei collaboratori.

Nei convegni si parla spesso di family business riferendosi all’Italia, un Paese in cui la maggior parte delle aziende sono a conduzione familiare, compresa la tua. Cosa significa essere un’azienda familiare oggi?

Ci sono aspetti positivi. Se la famiglia è corretta e se i collaboratori, sia diretti che indiretti, lavorano in armonia, l’azienda non deve rendere conto a nessuno se non a sé stessa. Questo garantisce una gestione più personale e, nel lungo periodo, porta benefici non solo economici, ma anche umani.

Osservando le fotografie nei corridoi della tua azienda, sembra quasi di entrare in un museo. Si percepisce la storia dell’Italia del dopoguerra. Oggi, però, si parla troppo di finanza, di banche e di fondi e troppo poco di stabilimenti. Tra poco mi farai vedere il tuo: condividi questa mia opinione?

Assolutamente sì. Purtroppo, dobbiamo spesso subire il peso della finanza imposta dai nostri clienti più importanti, di cui preferisco non fare nomi. L’ingresso della finanza in azienda ha portato non solo allo svilimento del prodotto, ma anche dell’impresa stessa.

Prima, chiacchierando, ti ho detto che esistono due modi di affrontare questo passaggio: c’è chi si concentra su fisco, patrimonio e divisione della torta, e chi invece lo intende come il trasferimento di valori, oltre che di beni materiali. Sei d’accordo?

Assolutamente sì. Proprio poco fa ho partecipato a una riunione con i miei fratelli, che hanno sempre condiviso un’unica visione aziendale: il benessere comune dell’impresa. Abbiamo deciso di non coinvolgere direttamente le famiglie nella gestione operativa, per garantire stabilità e continuità. Mi auguro che le nuove generazioni, che già dimostrano ottime prospettive, mantengano questa prassi.

Cosa ti spinge, non essendo più giovanissimo, a venire ogni giorno a lavorare?

Il piacere di mantenere vivo il passato e di vedere le nuove generazioni impegnarsi con dedizione nel portarlo avanti.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi