È ormai ufficiale e acclarato: il presidente russo Vladimir Putin e Donald Trump, “il codino biondo che fa impazzire il mondo”, hanno avviato ufficialmente le trattative per porre fine alla sciagurata guerra in Ucraina. I due capi di Stato si sono sentiti telefonicamente e hanno anche esplicitato la volontà di incontrarsi presto.
Hanno concordato l’esigenza di risolvere il conflitto e, oltre a ciò, di collaborare stabilmente per porre fine alla storica inimicizia tra Russia e Stati Uniti d’America. Inimicizia che, con l’amministrazione “arcobalenica” del vegliardo Biden, aveva raggiunto il proprio apice. Questo ci permette di affermare che, sebbene le politiche di Donald Trump in relazione a Gaza siano oscene e inammissibili – in quanto allineate all’imperialismo meschino e genocidario di Netanyahu – le sue politiche riguardo all’Ucraina sono, al contrario, pienamente condivisibili.
Ciò anche in virtù del fatto che “il codino biondo che fa impazzire il mondo” ha riconosciuto apertis verbis e senza perifrasi che non è realistico immaginare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Non solo: Trump ha apertamente ammesso che, in futuro, l’Ucraina potrebbe tornare a far parte della Russia, come peraltro è stata storicamente per lungo tempo. Parole di perfetto buonsenso in questo caso, ed è giusto riconoscerlo senza perifrasi e senza ambiguità.
Ne emerge con adamantina chiarezza che il “guitto di Kiev”, l’attore nato con la N maiuscola Zelensky – prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, e l’attore più pagato di tutti i tempi – si trova ora, come prevedibile, con il cerino in mano. Abbandonato da tutti, è destinato, pur senza essere un eroe storico, a fare la fine che Hegel assegnava agli eroi storici: cadere come gusci vuoti e venire abbandonato da tutti. Lo abbiamo sottolineato ad abundantiam fin dall’inizio: il guitto di Kiev è stato soltanto una marionetta utilizzata da Washington secondo i propri interessi imperialistici.
Non ha lottato per l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina; al contrario, le ha sacrificate entrambe sull’altare dell’imperialismo occidentale, o meglio, dell’Uccidente liberale atlantista. Ma a trovarsi con il cerino in mano, per così dire, non è solo il guitto di Kiev. Anche l’Unione Europea si ritrova nella stessa condizione irrisibile, esclusa dalle trattative di pace e considerata, ancora una volta, alla stregua di una realtà inesistente.
Va detto, tuttavia, che l’Unione Europea se lo merita ampiamente. Chi si comporta da servo non dovrebbe stupirsi se viene trattato da servo fino alla fine. Così, mentre Russia e Stati Uniti avviano le trattative per risolvere il conflitto, l’Unione Europea e il guitto di Kiev non ci stanno e cercano, in ogni modo, di ravvivare i motivi del conflitto. Svolgono, sotto ogni aspetto, il ruolo di chi si copre di ridicolo fino alla fine.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro