Tutti i dati reali sul mondo del lavoro che i quotidiani economici cercano di mascherare

Sono rimasto senza parole leggendo le notizie sui giornali economici in merito ai dati dell’occupazione. Perché se uno legge i giornali sembra che l’occupazione stia andando a gonfie vele in Italia. L’occupazione ha raggiunto, titolano quasi tutti i giornali, “rapporti record dal 2024 superando i livelli prima del Covid” con 30.000 nuovi occupati in più. Entrambi i generi, cioè il genere maschile e il genere femminile, mostrano crescite significative sulla base annua, tasso di occupazione al 61% ecc. ecc. Poi uno va a leggere meglio e capisce che ci sono dei segnali di rallentamento del ciclo economico e occupazionale evidenziati da due cose che sfuggono dai titoloni. Sono i lavoratori a termine, cioè quelli che non hanno prospettive di lungo durata, e gli inattivi, cioè quelli che hanno rinunciato a cercare lavoro. Allora il tasso di disoccupazione scende al 7,5% ma il calo potrebbe riflettere un dato che i titoloni dei giornaloni dimenticano di dire, cioè chi è talmente demoralizzato che non cerca nemmeno più il lavoro, questo è il punto.

Allora a questo punto uno poi va a cercare meglio i dati e scopriamo che i giovani hanno dei miglioramenti nei tassi di disoccupazione, con un tasso ancora elevato al 21%, però non consideriamo i dati veri. I dati veri sono che questi numeri nascondono come occupati chi lavora un’ora oppure chi è pagato in natura. Cioè nascondono il fatto che noi abbiamo i precari in Italia e i numeri grandi, invece di andare a vedere le 30 e 50 mila persone, sono quasi 3 milioni di precari in Italia, il doppio del 1992. Abbiamo il doppio del precariato del 1992 e gli inattivi stiamo parlando di circa 12,2 milioni di persone, tra quelli che hanno 15 e quelli che hanno 64 anni. Dopodiché vi do degli altri dati. L’11,7% dei lavoratori è in situazione di povertà, cioè quelli che lavorano non arrivano alla fine del mese.

Il 10,2% dei lavoratori ha un part time involontario, nel senso che non vorrebbero fare part time ma sono costretti. Allora, prima di dire che tutto va bene e di raccontare delle frottole, bisognerebbe esaminare i dati con oggettività. Io penso di dirvi dati oggettivi, perlomeno questa è la mia visione, ma sono imparziale, non ho bisogno di tirare l’acqua a questo o quel partito politico. Circa 6 milioni di italiani hanno preso la via dell’estero, il 10% dell’Italia è emigrata. Dopodiché c’è un altro dato da considerare: i salari reali sono crollati dell’11,8%. Cos’è il salario reale? Il salario depurato dall’inflazione. La capacità di acquisto vero della gente è calata del 12%. Quindi è inutile raccontarci delle frottole. Dopodiché è calato addirittura del 17,3% per chi non ha avuto degli aumenti lavorativi.

Quindi l’inflazione anche a quelli che lavorano ha ridotto il potere d’acquisto del 17%, e lo potete testimoniare quando andate al supermercato o quando pagate le bollette. Insomma, ci stanno raccontando delle favole perché devono mantenere insieme quest’Europa unita, questo euro meraviglioso che ci sta difendendo, quando in realtà abbiamo perso sia di potere reale sia di occupazione e abbiamo il doppio dei problemi che avevamo nel 1992, quando ai ragazzi della mia generazione dicevano entreremo in un mondo meraviglioso che si chiamerà Unione Europea.

Malvezzi quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene.