Zelensky perde palcoscenico e alleati: il tentativo (fallace) di riconquistare i riflettori

Ormai da intere settimane le vicende dell’Ucraina del guitto Zelensky, attore nato prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, sono completamente uscite dal circolo dell’apparire. Sono per così dire completamente fuori dai radar, quasi come se non esistessero più all’improvviso o addirittura come se mai fossero esistite. Tanta è la rimozione che è stata fatta della vicenda ucraina.
Perché, si sa, l’attenzione dell’opinione pubblica si è repentinamente traslata sulla vicenda palestinese, quasi come se fosse cambiato il palinsesto, quasi come se fosse cambiato il programma dell’ordine del discorso dominante. Ciò ha, con tutta evidenza, determinato ansia e frustrazione nel guitto dei guitti, animale da palco che in ogni guisa cerca le telecamere come il vampiro va alla ricerca del sangue. Tant’è che Zelensky ha di fatto provato in ogni modo a riconquistare il centro della scena.
Lo ha fatto anzitutto promettendo supporto a Israele e asserendo anche che si sarebbe recato addirittura in Israele per portare la propria solidarietà a Netanyahu e al popolo israeliano. ma al di là delle patetiche vicende personali del guitto dei guitti, colpisce davvero il modo in cui lo spostarsi dei riflettori mediatici determini rapidamente l’oblio delle questioni che fino al giorno prima erano ossessivamente al centro del dibattito. Detto altrimenti, ciò che fino a ieri era il cuore del problema, discusso a tutte le ore del giorno e della notte, su tutte le reti radiofoniche, televisive, mediatiche, all’improvviso esce completamente dalla scena da che l’ordine del discorso trasla la propria attenzione su una nuova vicenda che diventa ora il cuore dell’attenzione, il centro della vita mediatica.

La nostra è allora davvero la ‘société du spectacle’, come la chiamava Guy Debord, la società dello spettacolo nei cui spazi blindati e alienati vero è ciò che appare, mentre ciò che non appare cessa di essere vero e addirittura può apparire come mai esistito, come sta ora avvenendo nel caso della vicenda ucraina del guitto Zelensky. Ebbene, la vicenda dell’Ucraina va complicandosi in verità, perché Zelensky sembra attualmente essere stato scaricato dai suoi alleati, da quelli che lo avevano utilizzato finora alla stregua di una marionetta pilotata da Washington. E ciò accade soprattutto perché gli Stati Uniti d’America e naturalmente l’Unione Europea, come forza di completamento al servigio di Washington, hanno spostato la loro attenzione sulla questione palestinese.
Lo hanno fatto, come sempre, scegliendo la parte sbagliata, in questo caso sostenendo a pieno Israele le sue politiche imperialistiche, politiche che stanno letteralmente producendo un bagno di sangue a Gaza, con una narrativa che, come più volte abbiamo sottolineato, è intrinsecamente fallace, ipocrita e mendace. La narrativa secondo cui per combattere il terrorismo bisogna fare strage di civili, come se la popolazione di Gaza fosse composta unicamente da terroristi e come dunque se donne, bambini e anziani fossero egualmente da considerarsi terroristi. Per inciso, i dati ufficiali parlano di circa 400 e più bambini che ogni giorno vengono uccisi o gravemente feriti dalle azioni di Israele, quelle che vanno sotto il nome di diritto di Israele a difendersi.

Davvero un curioso diritto di difendersi, quello in grazia del quale Israele sta producendo massacri su massacri di civili.