Svelati i costi assurdi della transizione ecologica: un piano che passa anche dai licenziamenti

Il rapporto della Commissione europea sull’Unione energetica nello scorso anno 2022 indica delle riduzioni significative nelle importazioni dei combustibili fossili russi. Tuttavia sorgono delle critiche per i danni causati dalla cosiddetta transizione energetica. Le sanzioni hanno bruscamente interrotto il flusso del gasdotto cosiddetto Nord Stream, innescando un aumento dei prezzi. Inoltre, le sanzioni sul carbone e sul petrolio hanno riorganizzato le catene di fornitura senza realmente limitare la produzione russa. La riduzione del 18% circa nella domanda di gas è dovuta prevalentemente, secondo gli esperti, al clima mite e alla deindustrializzazione che è stata causata da prezzi elevati e questo ha portato purtroppo alla chiusura di alcune aziende e alla riduzione dei turni di altre.

La Commissione Europea tenta di presentare questa deindustrializzazione come se fosse una sorta di successo di transizione ecologica, mentre in realtà si tratta di un fiasco industriale. Gli stoccaggi di gas sono stati riempiti, ma a un costo di circa 3 miliardi di euro, che grava sui cittadini europei. Nel frattempo General Motors ha annunciato una significativa riduzione dei piani di produzione di veicoli elettrici a causa di costi elevati, a causa della concorrenza cinese e dei tassi di interesse crescenti. Quindi questa decisione mette in luce i costi significativi della cosiddetta transizione energetica e pone anche una domanda sulla capacità di Joe Biden di gestire il proprio impatto politico durante la sua ricandidatura.

Sono molte le riflessioni che dobbiamo fare circa queste crociate ideologiche di materia ambientale, come appunto la cosiddetta transizione ecologica. A tutti gli effetti viene fatta al prezzo di una deindustrializzazione che comporta poi tagli di posti di lavoro, riduzione di tasse, riduzione di servizi sociali, peggioramento del welfare e aumento dei costi per le famiglie. Quindi c’è molto da riflettere sull’ideologia europea in materia ambientale della quale ho già parlato tante volte in materia dei cosiddetti ESG, cioè Environment, Social and Governance, provvedimenti che hanno un sapore per certi aspetti di carattere ideologico con delle posizioni che sono posizioni a tutti gli effetti politiche al di fuori della politica perché non passano per i parlamenti.

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