La preoccupante decisione di Bergoglio sul vescovo che ha da ridire: questo è il futuro della Chiesa

Con il linguaggio in uso nei gialli si potrebbe ben dire che tre indizi rappresentano a tutti gli effetti una prova, e nel caso di cui sto per discutere di indizi ve ne sono davvero a bizzeffe, a tal punto da rendere il fatto in sé evidente al di là di ogni ragionevole dubbio. Partiamo subito dall’ultimo indizio emerso nei giorni scorsi per poi descrivere la prova provante di ciò che vogliamo dimostrare. Il vescovo tradizionalista Strickland negli Stati Uniti, che recentemente aveva usato criticare Bergoglio per le sue posizioni decisamente poco ortodosse, è stato rimosso dall’incarico. Proprio così, è stato rimosso dall’incarico ed è stato allontanato per via delle sue posizioni tradizionaliste, e per di più per via delle sue critiche rivolte a Bergoglio.

Ebbene questo è l’ennesimo indizio che prova la tesi che più volte abbiamo sostenuto. Il cristianesimo di Roma sta andando incontro alla sua evaporazione, dacché la civiltà dei consumi, con il suo nichilismo relativistico, non solo non sa cosa farsene, ma deve, a tutti i costi, abbatterlo. A differenza di quanto accaduto in passato, quando il capitalismo trovava nel cristianesimo un suo appoggio, secondo le modalità della relazione fra trono e altare, oggi il capitalismo assoluto totalitario di consumo finanziario non trova più alcun appoggio necessario nel cristianesimo e anzi vede in esso soltanto un ostacolo, dacché il cristianesimo, ricordandoci che Dio è quello dei cieli e non il mercato, può rappresentare anzi la base di una contestazione dell’ordine nichilistico della globalizzazione neoliberale.

Ordunque, rispetto a questo processo, la “Neochiesa” liquida, smart, postmoderna e post-cristiana di Bergoglio non oppone resistenza, non riafferma le ragioni del sacro e dell’eterno contro un mondo nichilistico che non vuole più il cristianesimo e che ogni giorno, in forme sempre più ostentate, combatte il cristianesimo. Al contrario, Bergoglio asseconda il principio di evaporazione del cristianesimo. E proprio per questo motivo piace tanto ai monopolisti del consenso e all’industria culturale. Quelli che, per inciso, contrastavano in ogni modo Ratzinger e lo dipingevano come un nemico, ebbene proprio loro adesso celebrano Bergoglio presentandolo come un punto di riferimento. E in effetti non v’è dubbio, la teologia del nulla, la religione woodstockiana di Bergoglio, sono perfettamente compatibili con il processo di evaporazione del cristianesimo, giacché contribuiscono a rendere il cristianesimo semplice completamento, o semplice raddoppiamento se preferite, della civiltà tecnonichilista dei mercati. La recentissima rimozione del cardinale tradizionalista in America rappresenta appunto una delle molteplici prove che sono emerse in questi anni a suffragio della tesi dell’evaporazione del cristianesimo.

Evaporazione del cristianesimo, voglio ricordarlo una volta di più, favorita dallo stesso Bergoglio e a suo tempo coraggiosamente combattuta da Ratzinger. Da questo punto di vista bisogna insistere sul fatto che la Chiesa di Roma, a furia di inseguire il mondo, di rincorrerlo, di provare ad aprirsi al mondo, si è sciolta nel mondo stesso, fino a diventarne semplicemente un raddoppiamento, dunque fino a sancire la propria inutilità rispetto a un mondo che basta a se stesso. Sostanzialmente si tratta a tutti gli effetti di un suicidio del cristianesimo.

Radioattività-Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro