Il regno della propaganda atlantista sta per finire? Ci sono i primi piccoli segnali

Il regno della propaganda atlantista sta per finire? Ci sono i primi piccoli segnali. Si riempiono sempre più nel mondo le piazze a sostegno del popolo palestinese, vittima di un vero e proprio genocidio a opera di Israele e del suo imperialismo appoggiato dall’occidente liberale atlantista. Tra le piazze più gremite si segnalano indubbiamente quella di Londra e quella di Istanbul, ove migliaia di persone hanno espresso pacificamente la loro solidarietà al popolo palestinese. E l’hanno fatto oltretutto chiedendo l’immediata interruzione del genocidio in atto. Ovviamente i media di salda ispirazione liberal-atlantista e occidentalistica cercano in ogni guisa di minimizzare, quando non direttamente di tacere. Del resto, nella civiltà dello spettacolo messa a tema da Guy Debord, esiste solo ciò che appare, con l’ovvia conseguenza per cui non viene fatto esistere ciò che non viene fatto scientemente apparire.

Ciò rivela una volta di più, peraltro, l’ipocrisia egemonica dell’ordine liberale, quello che è astrattamente mena vanto della propria libertà e, concretamente, opera in maniera sempre più repressiva e liberticida. L’ipocrisia poi raggiunge il grado massimo allorché l’Occidente giustamente condanna il terrorismo di Hamas e poi, in maniera risibile, tace intorno alle risposte terroristiche di Israele, talvolta addirittura avventurandosi a santificarle, o comunque a giustificarle con la proditoria ipocrita espressione «diritto di Israele a difendersi».

Ora, deve essere chiaro e non può non essere chiaro come il diritto di Israele a difendersi non possa sfociare senza soluzione di continuità nel diritto di Israele a massacrare i civili palestinesi e letteralmente a fare ciò che vuole, magari anche bombardando gli aeroporti in Siria, stato sovrano autonomo. Insomma, il grado di ipocrisia della narrazione egemonica rivela nella vicenda di Israele e Palestina il suo grado massimo. Non che l’ipocrisia della narrazione egemonica non fosse già lampante negli anni scorsi, sia chiaro.
Si era manifestata in maniera limpidissima con la vicenda della gestione epidemica, come con la vicenda della crisi economica.
Ma ora possiamo dire, a ragion veduta, che si è intrinsecata nella sua forma più evidente e più grottesca, quella davvero che fa apparire l’Occidente come il regno della propaganda e la fabbrica della menzogna.

Sempre più persone, peraltro anche in Occidente, si stanno risvegliando letteralmente e cominciano a protestare contro il modo di vita, di colonizzazione e di gestione dell’ente nella sua totalità da parte dell’Occidente.
Non per caso le proteste contro l’imperialismo statunitense e israeliano maturano e prosperano anche negli Stati Uniti, anche in Europa.
E questo ci permette una volta di più di ribadire una cosa ovvia sulla quale non debbono esserci dubbi, cioè il fatto che la nostra critica non è rivolta al popolo israeliano, al popolo statunitense o al popolo europeo. E’ semmai rivolta alle politiche imperiali del governo statunitense, del governo israeliano e di quella Unione Europea che sempre di più, anche in questo caso, appare una semplice colonia al traino di Washington.

I popoli per parte loro stanno ampiamente rivelando una capacità critica decisamente superiore rispetto ai loro governi e questo naturalmente è un buon segnale che ci dà qualche speranza rispetto al futuro e all’esigenza di produrre un mondo più umano e più dignitoso di quello che stiamo ora vivendo.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro